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In Italia il numero di obesi aumenta ogni anno, anche nei bambini

In Italia gli obesi crescono anno su anno, anche e soprattutto tra i bambini. Ma per quale motivo?

In Italia il numero di obesi aumenta ogni anno, anche nei bambini

L’Italia ha un problema con l’obesità. È una verità che stride, anche e soprattutto perché ci siamo più o meno collettivamente convinti che i problemi al girovita siano un esclusiva di quei popoli che di cucina, o più banalmente di cibo, ne capiscono poco o niente; mentre noialtri nasciamo forti di un’investitura divina che ci rende chef e critici gastronomici e gourmet. E allenatori di pallone, beninteso.

Roba da inglesi, insomma. E per carità: è vero che al di là della Manica la metà delle calorie assunte dai bambini arriva di fatto da cibo ultra-processato, che è agghiacciante. Ma è altrettanto vero che l’Italia ha la maglia nera in Europa per l’obesità infantile, e che a oggi un bambino italiano su dieci è obeso (e uno su cinque in sovrappeso). Ed è sempre peggio. 

cibo spazzatura

Il rapporto della Fondazione Mesit su “Prospettive passate e future in Sanità” racconta, senza troppi giri di parole che gli obesi continuano a crescere in Italia di anno in anno. Una piccola precisazione: l’obesità si definisce con circonferenza di vita da 88 a 102 negli uomini e da 80 a 94 nelle donne; e il report prende in esame il ventennio compreso tra il 2001 e il 2021.

In vent’anni gli adulti italiani affetti da obesità sono cresciuti del 40%, con punte particolarmente severe durante il periodo pandemico, mentre l’obesità infantile cresce del 2,1 per cento l’anno. Crediamo che sottolineare gli ormai notissimi rischi di salute legati a questa condizione sia superfluo (una breve carrellata, a dovere di cronaca: insufficienza cardiaca, ipertensione, diabete, steatopatite, morte); ma potrebbe invece essere più interessante evidenziare due linee di interpretazione. 

Partiamo dal consumo dei cosiddetti alimenti ultra-processati. Anche in questo caso le conseguenze sono arcinote, e nel più dei casi addirittura intuibili: cancro, depressione, diabete, invecchiamento precoce del corpo e della mente; per nominarne qualcuno. Il problema sorge quando invece siamo convinti che siano salutari.

Dicevamo: a noi abitanti dello Stivale questi problemi non riguardano, che quelle robe non le mangiamo, che preferiamo la pasta al sugo. Certo: pasta processata e sugo già pronto, magari. Inquietante: se è vero che ciò che immettiamo nel nostro corpo può essere il primo dei veleni, non essere in grado di riconoscerli – per una carenza di formazione, sì, ma più probabilmente per una comunicazione volutamente viziata o peggio – è già di per sé una sentenza.

La seconda linea di interpretazione ha contorni più tragici. Studi recenti hanno indagato il legame tra il reddito famigliare e l’obesità, e sottolineato come coloro che nascono in contesti economicamente difficili siano più soggetti a sviluppare problemi di questo tipo. Tradotto: a volte questi cibi sono gli unici che stanno in tasca.


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