Cavalli tenuti in custodia, chiede 3.600 per restituirli ai proprietari: pesarese finisce a processo
PESARO Minaccia di non restituire i cavalli ai legittimi proprietari, finisce a processo. E’ la storia di un 60enne dell’entroterra pesarese chiamato da una coppia per la custodia di due bei cavalli da trekking in cambio di un contributo. Alla fine del periodo però tutto è andato storto perché i due dovevano pagare una somma, ma l’uomo avrebbe minacciato i due proprietari di non restituire loro i cavalli di proprietà, se non dietro pagamento di un corrispettivo di 1.800 euro per ciascun cavallo.
Una cifra spropositata per i due legittimi proprietari, tanto da iniziare una trattativa. Un braccio di ferro andato avanti finchè la coppia ha consegnato del denaro (ma chiaramente non l’intera somma pretesa ndr) per il mantenimento e custodia dei due destrieri e ha ripreso possesso dei due animali. Ma viste com’erano andate le cose, i due proprietari hanno sporto denuncia per le minacce subite. Così l’uomo è finito sul banco degli imputati per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni in quanto avrebbe esercitato un preteso diritto con la minaccia. Secondo il codice penale chiunque, potendo ricorrere al giudice, si fa arbitrariamente ragione da sé medesimo usando violenza o minaccia alle persone, è punito, a querela dell’offeso, con la reclusione fino a un anno. Il processo è iniziato davanti al giudice monocratico ma è stato subito rinviato per omessa notifica alle persone offese. Il legale Marco Defendini assiste l’imputato ed è pronto a smontare le accuse rispetto alla cifra dovuta per il mantenimento e la denuncia avanzata dalla coppia.