Marche

«Insulti e bestemmie, quei ragazzini hanno tra i 12 e 14 anni»


CASTELFIDARDO II citofono della canonica fatto squillare a ogni ora del giorno e della notte, impennate con la bici e lo scooter nel campetto della chiesa, bestemmie sul sagrato, insulti e imprecazioni contro chi li riprende. Ne siamo stati in parte testimoni, alcuni giorni fa, mentre eravamo al telefono con don Franco Saraceni, guida spirituale della comunità di Crocette sin dagli anni ’90. Lo avevamo chiamato per far luce sugli «atti di bullismo» che secondo alcuni parrocchiani sta subendo da tempo, quando qualcuno, «i soliti ragazzini» spiegherà poi l’anziano sacerdote, ha suonato al campanello.

Le molestie dal vivo

«Vede, ha sentito? Sono loro. Lo fanno di continuo, da mesi ormai. Suonano e scappano» racconta sconsolato. «Ma questo è niente. Hanno preso l’abitudine di scorrazzare nel campetto parrocchiale con biciclette e motorini, mettendo in pericolo se stessi e gli altri bambini, che vengono spesso costretti ad andare via». A nulla in questi mesi sono serviti i rimproveri del parroco e gli accorati appelli a comportarsi in modo più educato. «Quando mi vedono fanno di peggio: bestemmiano, sono prepotenti, mi insultano, mi anche lanciato addosso le olive. Non hanno rispetto delle persone e delle cose, di quel che rappresentano. Pensi che una volta hanno fatto esplodere un petardo nella mano di Padre Pio». La statua non ha subito danneggiamenti, ma quel che non è riuscita a fare la carica esplosiva lo ha fatto la scelta di colpire un simbolo di fede: scavare una ferita nell’animo del parroco e della comunità di fedeli.

«Lo circondano e lo prendono in giro – conferma dispiaciuto un parrocchiano -. Una sera ero presente e sono intervenuto. Ho cercato invano di instaurare un dialogo con loro, alla fine li ho minacciati di chiamare i carabinieri. Come non avessi detto nulla: si sono messi a ridere, incitandomi a farlo». E così ha fatto. «Pensavo si sparpagliassero alla vista delle divise. Invece, chiamati a raccolta con i cellulari, si sono aggiunti altri ragazzini».

La forza del branco. «Sono circa una quindicina, maschi e femmine tra i 12 e i 14 anni. I più – prosegue – arrivano dal centro e dalle altre frazioni cittadine, altri sono del posto. Si radunano nel campetto parrocchiale oppure nel parco giochi di via della Crocetta, nella zona della nuova lottizzazione». In quella occasione i militari hanno annotato i loro nominativi. Tuttavia, seguendo il peggiore dei copioni, dispetti e vessazioni sono proseguiti. «Prese singolarmente – invita a riflettere un altro residente – potrebbero sembrare le marachelle di adolescenti annoiati. La situazione però non va sottovalutata, sarebbe un errore declassarle a semplici bravate. Sono piuttosto indicatori di un disagio e di una falla educativa da indagare e approfondire».

Intanto don Franco, che in oltre mezzo secolo di vita sacerdotale ha affrontato con lucidità e determinazione le situazioni più disparate, non si rassegna. «Anche se questi ragazzini hanno dimostrato fino ad oggi di non aver paura di niente e di nessuno, alla Polizia locale e ai carabinieri chiedo di passare più spesso dalle mie parti, qui alle Crocette. Sarebbe un deterrente importante».




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