Economia

Swissair, a più di vent’anni dal fallimento brindano i pensionati: per loro stipendi d’oro e gite pagate


LuGANO – Il 2 ottobre 2001 la compagnia Swissair rimase bloccata al suolo, in tutti gli aeroporti del pianeta, per mancanza di liquidità. Agli aerei venne rifiutato il pieno di carburante, a meno che non venisse pagato, immediatamente, in contanti. Ne conseguì il fallimento di un vettore che, fino ad allora, era ritenuto uno dei migliori in assoluto. L’immagine della Svizzera ne uscì a pezzi e ci vollero una ventina d’anni prima che i creditori venissero, parzialmente, rimborsati.

Da quell’annus horribilis per la Confederazione – perché il fallimento della compagnia venne preceduto, il 27 settembre, dall’uccisione per mano di uno squilibrato di 14 persone nel Parlamento del Canton Zugo, mentre il 24 ottobre un incendio devastò la galleria autostradale del San Gottardo, provocando 12 morti – ebbene ci sentiamo di affermare che coloro che non ne sono usciti per niente male sono i pensionati di Swissair.

I quali, oggi, incassano rendite che, in molti casi, sono superiori agli stipendi erogati quando lavoravano per la compagnia. E qui si spiega perché, negli anni d’oro, Swissair veniva definita la “banca volante”. Fatto sta che la sua cassa pensioni, che versa rendite a 2600 ex-dipendenti e alle loro famiglie, è quella finanziariamente messa meglio in tutta la Svizzera, con un tasso di copertura che, attualmente, è del 121,9% ma che, nel 2021, ha toccato, addirittura, il 138,1%. Quell’anno vennero pagate ben 23 rendite, ovvero 11 in più del solito.

Anche il 2024 è iniziato bene per i pensionati Swissair, con un aumento delle pensioni del 5%, mentre in estate ne sono state distribuite 3 in più. Tutto questo perché, al momento del fallimento, i magistrati che se ne occuparono, decisero che i dipendenti di Swissair non avrebbero dovuto patire oltremodo il grounding del 2 ottobre 2001. D’altronde è giusto così, se si pensa che l’ultimo CEO di Swissair, Mario Corti, ha incassato, nonostante l’infelice epilogo della compagnia da lui diretta, la bellezza di 12,5 milioni di franchi, di stipendio, pur avendo lavorato, praticamente, non più di 6 mesi. Corti che, come gli altri dirigenti, è stato peraltro assolto da qualsiasi responsabilità, nel fallimento.

Tornando ai pensionati d’oro c’è da aggiungere, oltre alle rendite supplementari, consentite da una indubbia buona gestione della cassa previdenziale, una serie di apprezzati benefit. Parliamo di escursioni in montagna, d’inverno con le racchette da neve, come pure di gite in luoghi che trasudano svizzeritudine, come il sentiero di Heidi a Maienfeld, nel Canton Grigioni. Da rilevare, infine, che, come sugli aerei, anche per i pensionati di Swissair, esiste una classe Business. Ne usufruisce chi faceva parte del personale viaggiante. Ovvero piloti, hostess e steward, che quest’anno percepiranno una tredicesima e una quattordicesima. Insomma, se pensiamo agli stipendi dei loro equivalenti delle odierne low cost, possiamo immaginarci che molti di loro preferirebbero essere pensionati Swissair, piuttosto che volare per quattro soldi, con contratti che ai tempi d’oro dell’aviazione commerciale nessuna compagnia si sarebbe sognata di proporre.


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