Anas, gli appalti nel mirino dei pm di Milano: tra gli indagati anche un imputato nel processo per il crollo del Ponte Morandi
Corruzione e turbativa d’asta. Nulla di nuovo sotto il cielo delle inchieste su appalti pubblici come quelli dell’Anas (Azienda nazionale autonoma delle strade statali) tranne che tra i nove indagati iscritti dalla procura di Milano ci siano anche ex funzionari. Questi ultimi, dopo essere usciti dall’organigramma, sono “passati all’imprenditoria privata continuando a “operare nel settore dell’edilizia pubblica e della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, porti e aeroporti, attraverso società a loro riconducibili”.
Tra i nove indagati anche un imputato per il ponte Morandi – Sono quattro le vicende su cui gli investigatori della Guardia di Finanza, che oggi hanno eseguito una serie di perquisizioni negli uffici di Roma, Torino e Milano, hanno cominciato a raccogliere documenti. I pm di Milano Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi vogliono ricostruire i movimenti e gli appalti lavori per la progettazione della Statale 340 Regina – variante della Tremezzina e quelli di manutenzione della Statale 469 Sebina Occidentale. Tra i nove indagati ci sono tre fratelli: Luigi, Marco e Stefano Liani. i primi due imprenditori e il terzo responsabile di Anas spa – Struttura territoriale Toscana. Indagato anche Eutimio Mucilli, responsabile che avrebbe ‘intascato’ dal Consorzio Sis una tangente per alcuni lavori sulla Variante Tremezzina. Tre le società coinvolte: Lavori e Costruzioni srl riconducibile a Luigi Liani, Nuove Iniziative spa e Consorzio stabile 3 Emme (riconducibile alla famiglia Liani, da quanto emerge negli atti della procura). Nel registro degli indagati anche l’ex dirigente del Mit Giovanni Proietti, già imputato nel processo per il crollo del Ponte Morandi.
Gli appalti – Questo appalto, secondo l’ipotesi degli inquirenti, era stato aggiudicato per poco più di 388 milioni di euro al “Consorzio Stabile Sis” e per i pm – sarebbe stata versata una tangente pari a 846mila euro nel periodo tra il 2018 e il 2021. A Stefano Liani – tra il 2015 e il 2019 responsabile della direzione progettazione e realizzazione lavori – sarebbero stati corrisposti quasi 486mila euro e a Eutimio Mucilli, tra il 2017 e il 2019 responsabile coordinamento nuove opere, poco più di 360 mila “non disponendo, né l’uno, né l’altro, di alcuna struttura d’impresa ovvero – scrivono i pm nel decreto di perquisizione – di personale ausiliario in grado di compiere attività in favore del Consorzio, così ampiamente remunerate. Entrambi i soggetti sembrerebbero peraltro tutt’ora svolgere un ruolo nella fase esecutiva del suddetto appalto pur non risultando, allo stato delle indagini, un titolo che giustifichi tale interessamento”.
L’ipotesi di chi indaga è che quindi che quelle somme “fossero funzionali a garantire al Consorzio Sis la fedeltà e la benevolenza dei due alti dirigenti pubblici, nell’assegnazione ma anche nella successiva esecuzione del remunerativo appalto in questione”. Nello stesso caso “appare coinvolto anche” Luigi Liani “risultato percettore di… 70.000 euro delle somme di denaro corrisposte dal Consorzio Sis al fratello Stefano ed avendo ricoperto, prima di uscire in tempi più recenti da Anas incarichi operativi nell’appalto in questione…”.
Gli altri perquisiti – Tra le persone perquisite dalla Guardia di finanza anche il funzionario Vincenzo Giarratana e Mauro Ernesto Pelagalli, il quale – come Giovanni Proietti e Marco Liani – sono stati convolti “in un vasto procedimento penale del 2002/2003 in materia di corruzione e turbative di appalti all’interno di Anas”, finito con l’assoluzione in via definitiva. Nel decreto di perquisizione, “sembra emergere che Pelagalli – come Giarratana pubblico ufficiale di Anas e profondamente legato ai membri della famiglia Liani, per consolidati e risalenti rapporti personali e professionali – strumentalizzi il proprio munus publicum favorendo l’assegnazione e lo svolgimento di lavori pubblici alle aziende riconducibili a Marco e Luigi Liani”, ma resta da comprendere “se tali abusi da parte degli esponenti di Anas siano collegati – come appare del tutto verosimile risultando altrimenti inspiegabile il comportamento dei pubblici ufficiali – a qualche forma di utilità che gli stessi ottengano dai Liani”.
E ancora tra gli indagati figurano Alberto Brentegani consigliere di amministrazione dell’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova che avrebbe nominato Giovanni Proietti quale direttore dei lavori di due lotti dell’autostrada A4 Brescia-Soave il quale avrebbe “dirottato”, in maniera ancora da approfondire, i benefici sul figlio 27enne Nicholas (anche lui indagato) di 27 anni, ossia “un appartamento e di un’automobile pagati dalla società Nuove Iniziative spa, anch’essa appartenente al gruppo Liani”. Nella richiesta di consegna degli atti compare la richiesta di documenti della variante alla Tramezzina (dove c’è il sospetto di una tangente di quasi 846mila euro) e di documenti inerenti i lavori sulla statale Sebina Occidentale, dell’ex strada statale 412 della Val Tidone e di due lotti del tratto dell’autostrada A4 Brescia-Soave.
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