Società

Biden: come è arrivato al ritiro dalla corsa elettorale

La campagna di Biden si è basata sull’idea che la democrazia stessa sia in gioco in queste elezioni, una preoccupazione del tutto ragionevole data la natura fascista della retorica e delle proposte politiche di Trump, il consolidamento del Partito Repubblicano sotto i suoi fedelissimi e il nuovo ordine legale e costituzionale inaugurato da una recente serie di decisioni radicali della Corte Suprema, tra cui una che concede un’ampia immunità al presidente.

Molti elettori, tuttavia, sembravano più preoccupati dall’immigrazione, dall’inflazione e dalla percezione di infermità di Biden. Durante il dibattito, Biden ha faticato a tenere il passo del suo avversario, anche dopo che Trump è stato condannato per 34 reati il 30 maggio. Dopo il dibattito, la vulnerabilità di Biden è diventata così estrema che molti democratici non si sono più sentiti a proprio agio nello scommettere la democrazia stessa su un candidato che sembrava essere decaduto mentalmente e fisicamente nei quattro anni trascorsi dalla sua ultima campagna.

Nelle settimane successive al dibattito, rappresentanti del Congresso, donatori, imprenditori e alleati hanno chiesto a Biden di dimettersi. L’ex presidente della Camera Nancy Pelosi avrebbe lavorato dietro le quinte per convincere il presidente e anche l’ex presidente Barack Obama sarebbe stato favorevole a un cambio al vertice della lista. Le conversazioni private in cui il leader della maggioranza del Senato Chuck Schumer e il leader della minoranza della Camera Hakeem Jeffries hanno chiesto al presidente di prendere in considerazione l’idea di farsi da parte sono avvenute prima che Trump fosse ferito in una sparatoria lo scorso fine settimana, per poi trapelare pubblicamente quando la campagna di pressione dei Democratici è ripresa e si è intensificata. Solo nell’ultima settimana, il senatore della Virginia Occidentale Joe Manchin, il senatore dell’Ohio Sherrod Brown e il senatore del Nuovo Messico Martin Heinrich hanno esortato il presidente a passare la mano.

Resta da vedere chi entrerà nella nomination e si scontrerà con Trump, ma l’appoggio di Biden a Kamala Harris le dà un vantaggio significativo su altri possibili candidati, tra cui il governatore della California Gavin Newsom, il governatore del Michigan Gretchen Whitmer, il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg e la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar.

«Per il momento, permettetemi di esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che hanno lavorato così duramente per la mia rielezione», si legge nella dichiarazione di Biden, «Voglio ringraziare la vicepresidente Kamala Harris per essere stata un partner straordinario in tutto questo lavoro. E permettetemi di esprimere il mio più sentito apprezzamento al popolo americano per la fiducia che avete riposto in me».


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