Economia

Ex Ilva, in arrivo da Sace 100 milioni per la continuità produttiva e i crediti dell’indotto

Per le aziende dell’indotto dell’ex Ilva è in arrivo una boccata d’ossigeno. Il consiglio di amministrazione di Sace, il gruppo assicurativo-finanziario controllato dal ministero dell’Economia, ha deliberato l’assunzione di una garanzia finanziaria a copertura dell’80 per cento di un’operazione di smobilizzo crediti vantati da fornitori strategici verso Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. Per l’operazione è stato previsto un plafond di 120 milioni di euro. L’operazione – secondo quanto si apprende – contribuirà a sostenere la continuità produttiva della società e alla salvaguardia dei lavoratori e dell’indotto strategico.

I debiti di Acciaierie d’Italia nei confronti dei fornitori ammontano a circa 120 milioni. Questa iniziativa si aggiunge alle due linee di factoring aperte dalla società nelle scorse settimane. Con la prima linea di credito, Sace garantirà i crediti che Acciaierie d’Italia vanta nei confronti dei propri clienti (il cosiddetto ciclo attivo) per un importo complessivo di 100 milioni di euro. La società pubblica anticiperà i pagamenti ad Acciaierie d’Italia, che potrà così disporre di risorse immediate per le esigenze più urgenti. La seconda linea, invece, riguarda il sostegno alla filiera di fornitori (il cosiddetto ciclo passivo), per un importo fino a 120 milioni di euro. Sace potrà acquistare i crediti che i fornitori vantano nei confronti di Acciaierie d’Italia, per cercare di venire incontro alle esigenze di liquidità.

L’intervento era stato sollecitato l’altro giorno da Confindustria Taranto e dalle associazioni delle imprese dell’indotto, nel corso dell’incontro con il governo a Palazzo Chigi. “Non è la soluzione di tutti i problemi, ma questo finanziamento rappresenta un passo in avanti molto importante”, dice Fabio Greco, presidente di Aigi, una delle associazioni dei fornitori dell’acciaieria. I fondi messi a disposizione da Sace consentiranno di far ripartire, sia pure gradualmente, gli stabilimenti. I commissari, nel frattempo, lavorano al piano industriale. Si tratta di un passaggio necessario per consentire alla Commissione europea di dare il via libera al prestito-ponte di 320 milioni, stanziato nel decreto recentemente convertito in legge dal Parlamento. Come assicurato l’altro giorno dal governo, inoltre, saranno stanziati altri 150 milioni che consentiranno di effettuare le manutenzioni degli impianti, più volte sollecitate dai sindacati.


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