Economia

Davines, crescita a due cifre da 11 anni


L’obiettivo è il miliardo di fatturato grazie a una crescita “artigianale” interna, senza acquisizioni. La logica è la stessa da 40 anni: l’azienda è uno strumento per l’uomo e non viceversa. Sarà per questo che il Gruppo Davines, da quattro decenni attivo nel settore della cosmetica, ha appena ottenuto la seconda ricertificazione B Corp con un punteggio di 123,5. Un risultato rilevante, considerando che i punteggi medi registrati quest’anno si attestano a 94,7 e non superano i 93,8 punti nel settore beauty. La certificazione viene rilasciata dall’organizzazione internazionale B Lab e misura la performance sociale e ambientale dell’impresa. «Riteniamo che ottenere la B Corp sia sfidante ma valga la pena – commenta Davide Bollati, presidente e di Davines Group – Questa certificazione ci permetterà di rafforzare l’azienda e renderla resiliente per affrontare il futuro, sfide sempre più pressanti come l’Esg, le aspettative della comunità, delle istituzioni finanziarie e dei consumatori. La misurazione è un tema cruciale per andare oltre il greenwashing. Vogliamo misurare i nostri impatti per identificare le aree in cui dobbiamo concentrare gli sforzi. Anche nella scelta dei fornitori e clienti, siamo orientati a imprese “driven by purpose”, anziché mere profit».

Crescita a doppia cifra

Con questa filosofia il business del Gruppo Davines cresce a doppia cifra da 11 anni. Il fatturato 2022 ha superato i 230 milioni di euro, in aumento del 20 % rispetto all’anno precedente e per il 2023 ci si aspetta un incremento similare. L’azienda ha la sede principale a Parma, dove il Davines Group Village conta circa 450 collaboratori dei 900 nel mondo. L’azienda opera in 90 Paesi, con otto filiali. L’Europa e gli Usa sono i mercati principali ma il progetto è di crescere anche in Cina, Giappone e Corea e in Sud America. «Con 47 formule concepite, il brand Davines ha 45 mila saloni professionali affiliati e il nostro brand skincare Comfort zone serve 5.600 centri e spa nel mondo. L’haircare resta il nostro business principale ma stiamo puntando anche sui prodotti per la cura della pelle», commenta Bollati, seconda generazione d’impresa.

Crescita ma sempre “in famiglia”

Davines è una crasi dei nomi dei due figli degli imprenditori che hanno fondato la società, Davide, appunto, e sua sorella Stefania, che è membro del cda. È nata come azienda di produzione in conto terzi. È stato Davide a trasformarla in una azienda che produce due marchi propri. La strategia è supportata dall’innovazione: la ricerca è nel dna del gruppo, che ha iniziato proprio come laboratorio di ricerca di prodotti tricologici destinati alle aziende cosmetiche. Sono circa 60 le persone impiegate nei sette laboratori del dipartimento R&I. Esperti che si avvalgono di collaborazioni con il Cnr e le università, soprattutto sui temi dell’innovazione sostenibile. Qualche anno fa Davines ha realizzato un giardino scientifico a Parma, con più di 6mila piante. Una volta identificate le molecole attive funzionali di interesse, i ricercatori vanno a cercarle nelle piante di questo giardino, per poi valutare l’efficacia dei principi attivi in laboratorio.

Nonostante la crescita, rimane salda la volontà di restare un’impresa famigliare: «Gestiamo già l’azienda come se fosse pubblica, godendo però del lusso di pensiero autonomo – conclude Bollati – Nonostante le opportunità di quotazione in Borsa siano presenti, attualmente puntiamo a mantenere un controllo che ci permette di preservare la nostra identità e il nostro impegno verso uno scopo aziendale chiaro».


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