Economia

difetti e ritardi frenano la sfida a Boeing

Doveva essere un anno favoloso per il gigante mondiale dell’aeronautica, Airbus, invece qualcosa si è incrinato e nelle ultime settimane il vento è cambiato: prima l’aggiornamento del software di 6mila aerei peri rischi di radiazioni solari, poi i difetti dei pannelli delle fusoliere per altri 600 A320. Una serie di ostacoli ne hanno fermato la corsa al punto che la società è stata costretta a rivedere i target di fine anno delle consegne, il valore seguito dal mercato perché è in quel momento che si perfeziona il pagamento della commessa.

Il duopolio che fatica a resistere

Finora i due gruppi,Boeing e Airbus, hanno dominato il settore dell’aviazione civile spartendosi il 50% del mercato – con gli americani dominanti negli aerei a lungo raggio e gli europei in quelli a corto e medio raggio – lasciando una piccola quota alla brasiliana Embrair specializzata negli aerei regionali, da 70-150posti. Per il produttore basato a Tolosa questo poteva essere il momento di fare il grande balzo e salire al 60% o al 70% e relegare definitivamente il concorrente americano al secondo posto. Ma non è successo. Di certo Airbus è in una situazione finanziaria e commerciale migliore di Boeing, ma qualche segnale di cedimento si è percepito, come segnalano le quotazioni di Borsa: il titolo Airbus che è salito del 26,7% da inizio anno, nell’ultimo mese ha perso il 7,6 per cento. Tuttavia, gli analisti non si sbilanciano e si limitano a dire «dobbiamo vedere come si svolgono le ispezioni e quali saranno le tempistiche», spiega l’analista di Bernstein in una nota e soprattutto se ci saranno impatti sulle consegne nel lungo periodo. Qualcuno si spinge a dire che forse Airbus ha raggiunto il limite della sua capacità produttiva per garantire quella qualità e sicurezza che un settore così delicato necessita.

La mancanza di aerei

Il settore del trasporto non mostra segnali di rallentamento.La Iata l’associazione internazionale delle compagnie aeree prevede per il 2026 un fatturato totale di 1.053 miliardi di dollari, in crescita del 4,5% rispetto allo scorso anno quando si era attestato a 1.008 miliardi, In Borsa i titoli delle compagnie aeree sono in netta ripresa: negli ultimi 12 mesi, i principali vettori europei hanno messo a segno performance a due cifre dalla tedesca Lufthansa (+36%), Air France-KLM (+36%), IAG (+34%), Ryanair (+56%), mentre le low cost easyJet perdono il 12% e Wizz Air il 15 per cento.

Il problema continua ad essere la limitata disponibilità di aerei che Iata stima in 5.300 aerei ascrivibile al rallentamento della produzione, con un portafoglio ordini che ha superato i 17mila aeromobili, un numero pari a quasi il 60% della flotta attiva e che equivale a quasi 12 anni dell’attuale capacità produttiva. Questa carenza di aerei sta avendo un impatto sui vettori per i maggiori costi dovuti al noleggio degli aerei in leasing più cari, la ridotta flessibilità nella programmazione per le compagnie aeree e la maggiore dipendenza da tipi di aeromobili non ottimali, costi che Iata stima in 11 miliardi di dollari a carico delle compagnie aeree. L’irritazione da parte della Iata è tale che il direttore generale Willie Walsh ha minacciato di avviare azioni legali contro i produttori di motori, i principali indiziati per i ritardi nella consegna dei propulsori.

La domanda di trasporto aereo è resiliente

La domanda chiaramente è lì, ma Airbus non fa progressi. Ci sono alcune spiegazioni per questo andamento traballante. La prima è che Boeing sta recuperando dopo due anni terribili, afflitto da una serie di problemi legati alla sicurezza e alla produzione. Tutto è iniziato a gennaio 2024 quando il portellone di un Boeing 737 dell’Alaska Airlines è volato via durante il decollo ed è proseguito quest’anno con l’incidente dell’Air India di un Boeing 787 che si è schiantato al decollo uccidendo tutte le persone a bordo. Nonostante il cambio del management, il gruppo un tempo simbolo dell’economia americana, traballa da una crisi a un’altra. Lo scorso mese ha segnalato un debito di 4,9 miliardi di dollari per i ritardi accumulati nella certificazione del suo nuovo modello a lungo raggio il 777X, con le consegne ora posticipare al 2027, con sette anni di ritardo.


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