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Donatella Zaccagnini Romito, escort professionista: «È un lavoro, come le pornostar, le cubiste… I clienti? Non mi ricordo neanche come sono fatti. In vent’anni di carriera sono arrivata a guadagnare anche 100 mila euro al mese»

Questo articolo è pubblicato sul numero 50 di Vanity Fair in edicola fino al 9 dicembre 2025.

«Chiariamo subito una cosa: in Italia fare la escort non è reato. Sa quante volte mi sento dire: “Ma come fai a parlare liberamente di prostituzione? Non è che poi ti arrestano?”. In realtà, io parlo di un’attività consentita, di una scelta lecita. Il problema è per chi sfrutta, organizza o favorisce illecitamente tale attività». Donatella Zaccagnini Romito, 40 anni, escort professionista e imprenditrice, rivendica pubblicamente la sua libertà di sex worker «per scelta», nonostante vanti una laurea in Ingegneria gestionale e una seconda in Scienze dell’Alimentazione.

Mi racconta senza filtri la sua storia, iniziata quando era ancora una studentessa di liceo classico, cresciuta con un’educazione rigida e tradizionalista in una famiglia dell’alta borghesia romana. «A 18 anni ho vinto un concorso di bellezza. Molti ne furono colpiti e mi venne proposto di lavorare in un prestigioso club in Piazza di Spagna a Roma. Ero al guardaroba con mansioni di accoglienza, un piccolo lavoro legato all’immagine. Una sera avevamo organizzato un gioco con i ragazzi dello staff, e poi era stato estratto a sorte colui che avrebbe trascorso un po’ di tempo con me. Toccò a uno che mi piaceva, e così ci eravamo ritrovati a fare un po’ di petting in privato, senza un vero e proprio rapporto sessuale. Col senno di poi mi ero detta: “Ho guadagnato 1.500 euro trascorrendo un quarto d’ora con il ragazzo più carino del locale: questo deve essere il lavoro della mia vita!”». Da quel momento, poco alla volta, cominciarono ad arrivare gli incontri con altri uomini facoltosi che chiedevano di conoscerla. «Se una donna dice no è no. Se invece ha piacere a prendere un aperitivo con un gentiluomo elegante, perché deve proibirsi di farlo?». Gli appuntamenti avvenivano il sabato o la domenica pomeriggio, «perché durante la settimana studiavo molto e la sera a casa mia non si usciva: cena alle 20 e poi un po’ di tv o si andava a letto», racconta. «I clienti più generosi erano i giovani: guadagnavo non meno di 1.000 euro a incontro. Già dopo dieci pomeriggi sono stata in grado di comprarmi da sola una macchina nuova», dice Donatella, evidenziando però che nel tempo la situazione è cambiata. «Adesso i clienti sono più attenti ai soldi rispetto a una volta. E poi ci sono sex worker che vengono dall’estero e fanno una concorrenza un po’ sleale», spiega.

I «big spender» che oggi si rivolgono a Donatella non la incontrano in locali o location in affitto; vengono ricevuti nel suo lussuoso appartamento romano attrezzato di tutto punto, inclusi i sex toys più disparati: manette, fruste, strap-on di varie misure e tanti altri oggetti per il piacere che arrivano da un sexy shop con cui Donatella ha avviato una collaborazione. In casa ha anche una minipiscina con idromassaggio dove ci si rilassa bevendo insieme champagne. «I clienti sono tutti educati, molto rispettosi, di poche domande. Qualcuno chiede il servizio “mistress”, cerca sensazioni estreme, pratiche forti. Vuole essere maltrattato, calpestato, percosso, e io che ho un’indole molto dolce, modi gentili, talvolta mi dispiaccio pure. Eppure me lo chiedono proprio, si presentano con i soldi in mano. Se a volte dico: “Dai, siediti, vuoi che ti accarezzi un po’?”, la risposta è puntualmente: “No, schiaffeggiami, fallo forte!”». Per un’ora di questi servizi particolari arrivano a pagare anche 500 euro. Ma quanto può guadagnare una escort di lusso? «Dipende da quanta voglia hai di lavorare. Questo è certamente un lavoro meritocratico e non bisogna dimenticare la generosità dei clienti», spiega Donatella. «Io sono arrivata a guadagnare anche 100.000 euro al mese. Ma in linea generale, direi che una escort di lusso può guadagnare mensilmente dai 20.000 euro in su».

In vent’anni di carriera, Donatella ricorda di avere avuto soltanto due brutte esperienze. In entrambi i casi si è trattato di furti. «Una volta sono stata immobilizzata con un’arma. Avevo ricevuto un nuovo cliente e lui con una scusa è riuscito a fare entrare un complice. Uno mi ha puntato una pistola, mentre l’altro raccoglieva gioielli e orologi per migliaia di euro», racconta. Attualmente, ha dotato il suo appartamento di arredi e sistemi di sicurezza molto sofisticati, incluso un collegamento diretto con la Polizia.


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