Cultura

Leatherette – Ritmo Lento | Indie For Bunnies

I Leatherette abbandonano gli aspetti più grezzi e spigolosi del loro sound per darsi una sorta di “ripulita” con le dodici tracce di “Ritmo Lento”. Un album che, nonostante il titolo in italiano, prosegue con decisione nel rodato percorso di internazionalizzazione: forti influenze estere (dal post-punk britannico allo slacker rock americano) e testi esclusivamente in inglese. Di “nostrano”, quindi, non c’è proprio nulla in un disco che per la band emiliana rappresenta un taglio netto col passato e un nuovo punto di partenza creativo.

Credit: Bandcamp

Tabula rasa? Non del tutto. I Leatherette rielaborano quanto già emerso nei lavori precedenti, dilatando e raffinando il loro linguaggio sonoro quel tanto che basta per esplorare nuove direzioni e provare a conquistare un pubblico più ampio, dopo gli ottimi riscontri ottenuti in Italia e all’estero. Il sound diventa più morbido e atmosferico, intriso di visioni notturne e malinconiche, con brani splendidamente arrangiati in cui domina il sax di Jacopo Finelli. Uno strumento già centrale in passato, quando i suoi interventi deraglianti aggiungevano un retrogusto no wave alla James Chance.

Oggi i Leatherette sembrano però guardare con decisione a un punk-jazz più moderno e stratificato, alla King Krule per intenderci, in cui le esplosioni incontrollate di energia (ancora presenti nel precedente “Small Talk”) lasciano spazio a raffinate – e forse un po’ autocompiaciute – elucubrazioni musicali: affascinano, ma non sempre colpiscono nel segno. L’ascolto resta piacevole e la band appare ispirata, ma non mancano cali di tensione in cui si affaccia lo spettro della noia.

Un peccato, perché i Leatherette continuano a dare il meglio nei momenti più incisivi. Sarà sicuramente interessante ascoltare dal vivo pezzi potenti come “Magic Things”, “Anyway” e “You Never Go Outside”.


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