Carenza di ostetriche al San Martino, Benifei (Pd): “Mancano politiche a sostegno della natalità”

Liguria. “L’ennesima emergenza registrata al Policlinico San Martino – con sole sette ostetriche per turno, contro una pianta organica che ne prevede almeno nove per garantire la sicurezza minima del servizio – è l’ennesima prova del fallimento della destra nella gestione della sanità ligure”. Così l’eurodeputato del Partito Democratico Brando Benifei intervenendo sul tema della sanità ligure a partire dalla carenza di ostetriche al San Martino.
“Siamo di fronte a una Regione – dice – che, pur essendo la più anziana d’Europa, non ha saputo mettere in campo politiche di sostegno alla natalità e alla sanità. Dalla giunta infatti arrivano solo risposte tardive, e la riforma che sta portando avanti Bucci, come più volte sottolineato dallo stesso Partito Democratico in Regione Liguria, conferma l’incapacità di questa destra di guardare ai reali bisogni dei cittadini liguri”.
“Per questo le proposte del Partito Democratico e delle opposizioni presentate nella loro controriforma, insieme agli allarmi degli operatori, meritano ascolto. Serve un cambiamento per garantire il diritto alla cura a tutti”, conclude.
L’allarme della Cgil: “Solo 7 ostetriche per turno”
“Da mesi segnaliamo criticità gravissime rispetto alla condizione del personale ostetrico del San Martino. Oggi la condizione operativa è esplosiva: carenza cronica di organico, violazioni organizzative, rischio clinico elevatissimo e un livello di stress lavoro-correlato ormai fuori controllo. Arriviamo a contare solo 7 ostetriche per turno, quando la matrice organizzativa ne prevede almeno 9 per garantire la copertura minima e la sicurezza dell’intero servizio“. Lo denuncia in una nota la Fp Cgil di Genova.
“Lo avevamo annunciato già a maggio che entro Natale il policlinico avrebbe perso almeno dieci ostetriche, vincitrici di concorsi in altre regioni. Così è stato, e la fuga continua – prosegue il sindacato -. Ed è lecito chiedersi perché, visto che molte lavoratrici non si sono spostate per tornare a casa, ma sono andate in Toscana, Sardegna, Emilia e non solo. La realtà è evidente: ogni anno, dopo i concorsi, perdiamo tra le 10 e le 15 ostetriche. Questo turnover abnorme segnala un problema organizzativo e gestionale che l’azienda continua a ignorare. A questo si aggiunge un altro tema: una evidente disparità di trattamento economico, poiché ad altre professionalità vengono riconosciute prestazioni aggiuntive retribuite fino a 50 euro l’ora, mentre alle ostetriche non è garantita alcuna misura di valorizzazione equivalente”.
“Nel frattempo, i servizi reggono solo grazie al sacrificio quotidiano delle ostetriche in servizio: turni scoperti, reperibilità improprie usate come tappabuchi strutturali, impossibilità di pause e riposi, sovraccarico clinico e utilizzo inappropriato di personale infermieristico in sostituzione delle ostetriche. Il problema è immediato e va affrontato ora”.
La Fp Cgil “chiede da mesi misure semplici e di buon senso: riorganizzare il servizio in base alle risorse realmente disponibili, garantendo sicurezza a lavoratrici e utenti; rafforzare subito l’organico con tutti gli strumenti possibili, fermare l’utilizzo improprio degli infermieri in sostituzione delle ostetriche, riconoscere e valorizzare in modo equo il lavoro ostetrico, aprire immediatamente un tavolo di confronto”.




