Dai sottomarini nell’Artico ai jet tedeschi in Polonia: tutti i fronti caldi tra Europa e Russia
Europa e Russia sono destinate allo scontro. Per il momento a parlare è la diplomazia, ma la tensione lungo la nuova cortina di ferro che divide le capitali d’Europa e Mosca è palpabile. Lo dimostra anche la reazione russa alle parole dell’ammiraglio Cavo Dragone in merito a un possibile cyber attacco Nato contro la Russia. Vladimir Putin, parlando al forum sugli investimenti a Mosca, ha attaccato duramente: “Se l’Europa decide di entrare in guerra con la Russia e inizia effettivamente una guerra, potrebbe verificarsi molto rapidamente una situazione in cui Mosca non ha più nessuno con cui negoziare”.
Poco meno di una settimana fa un allarme sinistro era risuonato da Berlino. Il ministro degli Esteri, Johann Wadephul, aveva dichiarato che i servizi segreti tedeschi sono convinti che la Russia stia creando le condizioni per lanciare un attacco contro la Nato entro il 2029. “Putin”, ha detto il ministro tedesco, “sta reclutando una nuova divisione al mese e che finiranno per prendere di mira Ue e Nato”. Da Nord a Sud sono tanti i focolai di crisi e i punti critici di questa nuova Guerra Fredda.
Guerra sottomarina nell’Artico
Nell’Artico Regno Unito e la Norvegia stanno organizzando pattugliamenti navali congiunti per proteggere i cavi sottomarini dalle mire di Mosca. Il governo britannico ha affermato che una flotta combinata di almeno 13 navi da guerra “darà la caccia ai sottomarini russi e proteggerà le infrastrutture critiche nel Nord Atlantico”. Nell’ambito dell’accordo, firmato oggi a Londra dai ministri della difesa dei due paesi, il Regno Unito ha accettato di utilizzare missili norvegesi per la flotta di superficie della Royal Navy.
Il primo ministro britannico Keir Starmer e il suo omologo norvegese Jonas Gahr Støre hanno in programma di tenere colloqui al numero 10 di Downing Street prima di visitare il personale britannico e norvegese alla base RAF di Lossiemouth in Scozia, dove incontreranno gli equipaggi degli aerei che hanno monitorato le navi russe. Il Regno Unito afferma che l’attività navale russa nelle acque britanniche è aumentata del 30% negli ultimi due anni. L’accordo fa seguito a un altro da 10 miliardi di sterline (11,4 miliardi di euro) siglato ad agosto per l’acquisto da parte della Norvegia di almeno cinque fregate di fabbricazione britannica. Queste navi norvegesi e otto navi britanniche opereranno congiuntamente nei mari lungo il fianco settentrionale della Nato.

La militarizzazione del confine finlandese
Altro fronte, più a Est, è quello lungo il confine con la Finlandia. Helsinki dal 27 novembre al 4 dicembre ha lanciato una vasta esercitazione, “Northern Axe 25” che ha coinvolto 15 mila uomini insieme a truppe di Regno Unito, Svezia e Polonia. Una serie di “giochi di guerra” dall’Artico fino alle regioni meridionali. Per avere un’idea del peso dell’esercitazione basti pensare al numero di operazioni con esercitazioni in ambiente urbano, assalti di brigate meccanizzate, colpi di artiglieria e operazioni anti tank. Parallelamente ha tenuto un’altra operazione la Lively Sentry 25, che ha coinvolto 6.500 uomini, composti da coscritti e riservisti. Una parte di queste operazioni ha coinvolto le guardie di frontiera, ma soprattutto si è svolta non lontano dal confine con la Russia, come il centro di Vuosanka e Rovaniemi Rovajari. Da quando è entrata nella Nato nel 2023, la Finlandia ha intensificato la sua attività militare, in particolare con le esercitazioni. Solo nel 2025 sono state oltre un centinaio quelle condotte da truppe nazionali e partner strategici.
A maggio un forte allarme era risuonato a Helsinki. Il New York Times, infatti, aveva pubblicato una serie di foto satellitari che mostravano intense attività russe lungo il confine. Le immagini mostravano nuove infrastrutture militari come magazzini per veicoli militari, nuovi rifugi per gli aerei da combattimento e nuove strade. Anche se il dispiegamento non è paragonabile a quello che ha anticipato l’invasione dell’Ucraina, la Nato continua il monitoraggio. Per le autorità finlandesi a Mosca servono almeno cinque anni, se non di più, per ricostruire le forze armate al punto da attaccare l’Europa e che, una volta completato, il numero di truppe a disposizione di Putin possa addirittura triplicare.
Russia is quietly building up military forces near NATO’s newest member, Finland.
Satellite images show new tents, jet shelters, warehouses, and increased activity near the 830-mile Finnish-Russian border now NATO’s longest. While troop levels remain low, analysts warn this is a… pic.twitter.com/Ei4LgEVs8z— GeoInsider (@InsiderGeo) May 19, 2025
Caccia tedeschi in Polonia
Più a sud si muovono anche Polonia e Germania. L’Aeronautica Militare tedesca ha schierato aerei da combattimento nel Paese vicino per rafforzare la protezione del fianco orientale della Nato. Diversi Eurofighter sono decollati dalla base aerea di Noervenich diretti all’aeroporto militare polacco di Malbork, ha annunciato l’Aeronautica. L’impiego è una risposta alle recenti violazioni dello spazio aereo da parte di caccia russi nella regione del Mar Baltico e all’incursione di droni kamikaze nel territorio della Nato. Il ministro della Difesa Boris Pistorius aveva annunciato l’iniziativa a metà ottobre.
“Con questa missione, i nostri soldati, in aggiunta al nostro squadrone di allerta rapida (Qra) già di stanza in Romania da agosto, stanno dando un ulteriore prezioso contributo alla protezione del territorio dell’Alleanza orientale. Stiamo quindi inviando un altro forte segnale di sostegno al nostro vicino, la Polonia, e alla Nato nel suo complesso”, ha spiegato l’ispettore dell’Aeronautica Militare, Tenente Generale Holger Neumann.
L’aeronautica militare tedesca ha già schierato aerei da combattimento presso l’aeroporto militare polacco di Malbork ad agosto e settembre. L’aeroporto si trova a circa 60 chilometri a sud-est di Danzica e a 80 chilometri dall’enclave russa di Kaliningrad nel Baltico. Le forze armate tedesche invieranno a bordo del velivolo una squadra di circa 150 uomini e donne, tra cui piloti, tecnici, addetti alla logistica, personale di sicurezza e polizia militare. L’impiego è inizialmente previsto fino a marzo.

Lo scudo di droni e la questione missilistica
Uno degli elementi più delicati del confronto con Mosca è la risposta alle provocazioni russe. Da settembre il numero di operazioni russe lungo la frontiera Est della Nato è cresciuto. È il caso di blitz che hanno violato lo spazio aereo della Polonia e delle Repubbliche baltiche, ma anche dei sorvoli problematici sul Baltico, coi jet di Mosca che costringono le forze Nato, Italia compresa, a far alzare i caccia per monitorarne i movimenti. E ancora le decine di intercettazioni di droni sugli aeroporti del Nord Europa.
Per queste ragioni l’Europa ragiona sul progetto del muro di droni. La Commissione Ue e la Nato tra la fine di settembre e ottobre hanno presentato il piano per realizzare un dispositivo che schermi l’Europa proteggendo il confine orientale dell’Unione fornendo alle forze capacità di tracciamento e intercettazione. Come ha scritto Il Sole 24 Ore, i fondi per realizzare il progetto arriverebbero dal programma europeo Safe e dal Fondo europeo per la difesa.
Intanto c’è chi si scherma. A inizio novembre Polonia e Romania hanno detto di aver dispiegato il sistema Merops. Si tratta di un dispositivo che può essere trasportato su pick-up di medie dimensioni capace di identificare i droni e di avvicinarsi a loro, utilizzando l’intelligenza artificiale per orientarsi quando le comunicazioni satellitari ed elettroniche sono disturbate.
Oltre ai droni si ragiona anche sullo scudo missilistico. Come nel caso della Germania.
Berlino ha annunciato di aver dispiegato il sistema di difesa aerea Arrow, diventando così il primo paese europeo a dispiegare questo tipo di arma. L’Arrow, scrive la Reuters, è un’arma difensiva di fabbricazione israeliana capace di intercettare missili di medio raggio, come il russo Oreshnik.




