Tassa sui passeggeri delle navi, il cluster marittimo: “No al tavolo del Comune, non siamo esattori”

Genova. Dopo quello che sembrava un passo avanti nel percorso per l’introduzione, da parte del Comune di Genova, di un’addizionale da 3 euro su ogni passeggero di traghetti o crociere in transito nel porto di Genova – l’apertura del tavolo tecnico, ieri, tra cluster marittimo e giunta Salis – oggi arriva una brusca frenata da parte di Assarmatori, Assagenti, CLIA, Confindustria Genova-Sezione Terminal Operators e Confitarma.
Le categorie di operatori, in una nota, si dicono “non disponibili a partecipare al tavolo tecnico relativo all’introduzione di una addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale”.
Armatori, agenti marittimi e altri operatori non escludono a priori un dialogo ma chiariscono: “Siamo disponibili ad aprirlo quando questo sarà incentrato sul merito delle scelte, sulle criticità e sulle possibili alternative, e non sulle modalità applicative delle stesse, come invece si evince dalla comunicazione di Palazzo Tursi”.
“Le compagnie di navigazione e i terminal non possono essere considerati meramente come esattori per conto del Comune di Genova, peraltro su un’area demaniale rientrante nella giurisdizione amministrativa dell’autorità di sistema portuale”, si legge nella nota.
E una delle più pesanti critiche al provvedimento auspicato dall’amministrazione Salis era arrivato, due giorni fa, dal presidente dell’Autorità portuale Matteo Paroli secondo cui l‘addizionale metterebbe a rischio la competitività del porto in un momento in cui sono stati investiti 200 milioni di fondi pubblici per rendere le banchine più sostenibili per la città dal punto di vista ambientale e sottolineando il rischio di possibili azioni di disimpegno delle compagnie di navigazione dal porto.
All’Authority la sindaca Silvia Salis e il vicesindaco e assessore al Bilancio Alessandro Terrile avevano replicato che è “ragionevole che chi utilizza la città e le sue infrastrutture per imbarcarsi su crociere e traghetti compartecipi alle spese di gestione della città in modo non diverso da quanto fanno già i turisti soggetti a imposta di soggiorno in tutte le principali mete turistiche italiane”.
All’incontro di ieri il Comune di Genova ha ribadito di non essere in alcun modo intenzionato a fare passi indietro su una misura che, ha spiegato la sindaca Salis “rientra in un accordo con il governo”. Il Comune aveva anche annunciato di non voler partire con l’addizionale prima di giugno, anche per non impattare sui biglietti già emessi.
Il Comune di Genova conta, a pieno regime, di incassare dall’addizionale 5,7 milioni all’anno. Con l’avvio a giugno, nel 2026, questa quota si fermerà a 3,5 milioni.




