Il canile Sill si riempie di molossi «Padroni incapaci di gestirli» – Bolzano
BOLZANO. I molossi abbandonati o confiscati ai loro padroni in città rischiano di affollare sempre di più il canile Sill. Sono circa trenta i cani accolti nel rifugio e, di questi, la metà sono pitbull, amstaff o incroci tra le due razze, «che non riusciamo a dare in adozione perché non sono cani idonei a tutti»: parla Klaus Gunther Friedrich (nella foto), medico chirurgo veterinario, direttore della struttura di via Castel Ried.
I dati del canile
Dall’inizio dell’anno fino al 24 novembre sono stati 876 gli animali accolti nel canile sanitario. Tra questi, alcuni sono stati curati e riaffidati ai proprietari, altri sono arrivati perché abbandonati. Ben 137 sono stati affidati a nuovi proprietari. I nuovi iscritti all’anagrafe canina sono stati 1.847 cani, portando il totale provinciale a 38.136, dei quali 6.860 soltanto a Bolzano. Al momento sono senza padrone 29 cani e un pappagallo “inseparabile” trovato a Laives un mese fa. Nella struttura, oltre al direttore operano la coordinatrice Petra Cadamuro, gli operatori tecnici Elke Windegger, Fabiana Borghesi, Marco Pomella, l’operatore Lsu Markus Helfer e la volontaria Marina Valente.
La chirurgia veterinaria
Sono poco meno di mille gli interventi di sterilizzazione eseguiti ogni anno su cani e gatti. In larga parte sono gatti delle oltre 100 colonie feline cittadine «gestite dalle associazioni che fanno un lavoro enorme e con cui abbiamo collaborazioni che funzionano perfettamente. La nostra struttura – racconta ancora il direttore – fa parte dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e costituiamo un vero e proprio reparto di chirurgia veterinaria».
I gatti
La struttura è dotata anche di un gattile, «ma al momento è vuoto, ed è un fatto eccezionale. Siamo partiti con 40 gatti e siamo riusciti a darli in adozione tutti, anche Zombie, un micio investito da un’auto a cui abbiamo dovuto amputare una zampa posteriore. La bella notizia è che Zombie è stato adottato e adesso sta benissimo». Al momento in cura ci sono sei gatti e tra loro Felix, a cui è stato asportato un occhio compromesso dall’herpes. Ci sono anche due gattini arrivati da Cornedo all’Isarco, uno dei quali aveva una brutta infezione sulla schiena ma si è ristabilito grazie ad un intervento chirurgico. «Tutti potranno essere adottati nei prossimi giorni, alcuni già sono prenotati» informa Friedrich.
Il problema molossi
Sei i gatti vanno a ruba, lo stesso non può dirsi per i cani e, in particolare, per i molossi che sono un vero problema. Pitbull e amstaff sono razze ritenute particolarmente impegnative. «Gli esemplari che abbiamo sono qui perché i loro padroni hanno deciso di portarceli, non volendo più averli a casa in quanto ritenuti pericolosi, oppure perché sono stati confiscati per via della loro gestione pericolosa. A differenza di altre razze i molossi non sono semplici da affidare a un nuovo padrone», spiegano alla Sill. E ancora: «Abbiamo una sorta di call center dell’adozione, cui le persone interessate possono rivolgersi per fissare un appuntamento. L’operatore, incontrandoli, cerca di capire se sono idonei a gestire un molosso. Sono cani bellissimi, ma non per tutti. Sicuramente non adatti per le famiglie con bambini. E attenzione, non si può adottare un molosso senza avere esperienza su come gestirlo». Quindi restano nel canile per anni, come è successo a Nikita, una amstaff di 13 anni, alla Sill da sette anni. «È un bellissimo esemplare, vivace ed energico, ma aggressivo nei confronti degli altri cani – racconta il direttore-. E come lei anche tanti altri che, pur essendo cani dall’indole particolare, sono molto sensibili. L’essere abbandonati dai padroni a cui erano affezionati non semplifica la preparazione per un nuovo affidamento». Ecco perché Friedrich dice di temere che «da qui a qualche anno, il canile si riempirà di molossi, se non si farà qualcosa». Il numero di esemplari di queste razze in ingresso al canile è in costante aumento. «Sono dell’avviso che servirebbe una regolamentazione per detenere questi animali: non andrebbero lasciati alla libera vendita. Servirebbe almeno un patentino e la valutazione sul candidato. Temo che se non si farà qualcosa per invertire il fenomeno, il canile si riempirà di questi cani che resteranno qui fino alla loro morte». Poi c’è anche Sissy, un incrocio di taglia media dolcissima, assolutamente non pericolosa, ma fobica. Ha paura di tutto e tutti. «È nata qui nel canile nel novembre 2023 e adottata da una famiglia. Dopo qualche mese ce l’hanno riportata con questo problema. Serve un padrone che se ne sappia prendere cura».




