Trentino Alto Adige/Suedtirol

La rabbia di Heiner Oberrauch: «Ridatemi i 30 milioni» – Bolzano



BOLZANO. «Ho commesso un errore: mi sono fidato delle assicurazioni avute prima dall’allora assessore alla sanità Thomas Widmann, poi dallo stesso presidente della Provincia Arno Kompatscher. Anche il nostro amministratore delegato Christoph Engl aveva ricevuto assicurazioni da parte dell’allora direttore generale dell’Asl Florian Zerzer. Nel giro di qualche settimana ci avrebbero restituito i 30 milioni di euro anticipati per far arrivare in Alto Adige durante la pandemia migliaia di mascherine e i presidi di protezione individuale. Sono passati cinque anni, non abbiamo visto ancora un centesimo». C’è rabbia ma soprattutto tanta amarezza nelle parole di Heiner Oberrauch, uno dei più noti imprenditori altoatesini, fondatore della Oberalp, e fino a pochi mesi fa presidente di Confindustria Alto Adige. La situazione è molto complicata: il materiale non è più stato pagato – corrisposti solo 9 milioni per il primo ordine – in quanto una parte era risultata inutilizzabile, perché sprovvista delle certificazioni Ue. Ma bisogna anche ricordare che si era in una situazione drammatica: negli ospedali il personale si proteggeva con i sacchi delle immondizie. In quel contesto mascherine e camici cinesi erano comunque meglio di niente.

Anticipare 30 milioni di euro solo sulla base di assicurazioni verbali, non le era sembrato un po’ rischioso?

Eravamo in una situazione di emergenza mondiale. C’erano morti ogni giorno. Anche negli ospedali altoatesini stava finendo il materiale per proteggere il personale sanitario: abbiamo risposto ad una richiesta di aiuto. Non eravamo esperti di mascherine; abbiamo fatto solo da intermediari per far arrivare il materiale in Alto Adige. Sono passati cinque anni d’allora ed è calato il silenzio. Nella mia azienda investimenti importanti sono bloccati, perché quel buco di 30 milioni pesa sulle scelte come un macigno. Il mercato però non aspetta, rischiamo di rimanere indietro.Periodicamente lei torna a lanciare la richiesta di avere di ritorno i suoi soldi. Finora non si è mosso nulla però.Purtroppo no. Finora ho preferito mantenere un profilo basso, anche perché fino a pochi mesi fa ero presidente di Confindustria Alto Adige. Ma adesso non sono più disposto a tacere.

Cosa intende fare?

Ho inviato una lettera alla consigliera Brigitte Foppa, presidente della commissione d’inchiesta sulla pandemia insediata in consiglio provinciale, chiedendo di essere ascoltato. Voglio poter ricostruire i fatti nel dettaglio. A partire dal marzo del 2020 abbiamo risposto ad una disperata richiesta d’aiuto arrivata da Asl e Provincia.

Cosa si aspetta?

Che trovino una soluzione. Non possiamo essere lasciati soli, dopo che abbiamo aiutato Asl e Provincia, in un momento drammatico. Hanno trovato una soluzione per il Twenty, predisponendo un emendamento all’interno della manovra finanziaria provinciale (verrà presentata oggi in aula, ndr); non vedo perché non possano trovarla anche per noi dopo tutto quello che abbiamo fatto. Sa qual è la verità?Quale?

Che abbiamo aiutato e alla fine siamo stati criminalizzati. È stata aperta un’indagine: i carabinieri dei Nas mi sono arrivati in casa per effettuare le perquisizioni alle 6 di mattina del 23 dicembre 2020. Sono andati anche nella stanza dove dormivano i miei nipoti. E questa è la cosa che mi ha fatto più male. Siamo stati accusati di fare business sfruttando la pandemia. La verità è che abbiamo solo voluto aiutare.

Solo pochi mesi fa una nota dell’Asl annunciava che era all’esame di una proposta di conciliazione avanzata proprio da voi di Oberalp. A che punto siete?

Tutto fermo. A.M.




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