«Situazione drammatica al Pronto soccorso»

URBINO «Il pronto soccorso di Urbino? La situazione dei medici è in sofferenza, come in altri ospedali della regione e della nazione, ma non è drammatica» ha affermato ieri in consiglio regionale l’assessore alla sanità Paolo Calcinaro, riferendo le rassicurazioni ricevute dal direttore generale dell’Ast 1. «E’ drammatica eccome, invece – ha replicato la capogruppo del M5S, Marta Ruggeri, che aveva sollevato il tema con un’interrogazione -. Il servizio viene mantenuto per l’80% da gettonisti, che sappiamo non hanno le stesse caratteristiche di un medico dipendente del servizio sanitario nazionale (è ammessa una minore qualificazione, ndr). E a volte sono oggetto di cronaca perché trovati riversi sulle scrivanie, vittime di turni massacranti».
L’organico
Sembrerebbe una questione da bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, in realtà si cammina sul ghiaccio perché l’organico dei medici in servizio è destinato a restare sguarnito nel volgere di pochi mesi a causa delle dimissioni di 3 professionisti dipendenti mentre 8 procedure di selezione avviate nel tempo dall’Ast 1 non hanno dato risultati. I dati li ha forniti l’assessore regionale Calcinaro. Al pronto soccorso di Urbino da diversi anni sono in servizio 4 medici dipendenti, un libero professionista (con un contratto di collaborazione), medici gettonisti e medici di altri reparti dell’ospedale, che forniscono prestazioni aggiuntive volontarie. Due medici hanno presentato da tempo le dimissioni, che decorreranno dal primo febbraio e dal primo aprile 2026, la direttrice si è dimessa a sua volta con decorrenza dal 5 marzo 2026.
Prestazioni da altri presidi
«La direzione dell’Ast – ha informato Calcinaro – ha dato avvio alle procedure di reclutamento del nuovo primario e dei medici, che si concluderanno prima dei termini delle dimissioni. Fino ad allora gli attuali dipendenti continueranno a prestare servizio usufruendo dei giorni di ferie residui. I turni saranno coperti anche mediante le prestazioni aggiuntive volontarie di colleghi provenienti anche da altri presidi del territorio».
Otto selezioni senza esito
Il problema è che gli avvisi di selezione non garantiscono le assunzioni. Come specificato dallo stesso assessore alla sanità, «fino al novembre 2025 sono state espletate dall’Ast di Pesaro Urbino 8 procedure di selezione: 2 a tempo indeterminato e 6 a tempo determinato, ma l’esito è stato sempre infruttuoso». Comunque, per Calcinaro «non vi è alcuna situazione a rischio concreto in riferimento alla garanzia della continuità assistenziale. I pazienti continueranno a trovare adeguate risposte ai loro bisogni di salute».
Una rassicurazione considerata inadeguata da Ruggeri. «La verità è che il pronto soccorso di Urbino è allo stremo – ha sottolineato la pentastellata – e la Regione continua a far finta di niente. Ho suggerito di rendere questi bandi appetibili e attrattivi attraverso degli incentivi».
La protesta di Vitri (Pd)
In seguito, rispondendo all’interrogazione urgente sui medici esterni della consigliera Micaela Vitri e del gruppo Pd, l’assessore ha comunicato che nel 2024 l’Ast di Pesaro Urbino ha affidato turni al personale gettonista per quasi 7 milioni di euro, nel 2025 la spesa è scesa (finora) a 4 milioni per i gettonisti nei reparti di medicina di Urbino e di Pergola, rianimazione di Pesaro, Fano e Urbino e ostetricia di Urbino. Il 30 giugno 2026 scade la proroga per i contratti stipulati con gli esterni, non più ammessi dalla legge. Vitri ha lamentato di non aver ricevuto una risposta su come la giunta regionale intenda sopperire ai gettonisti, che finora hanno permesso alle Ast di non interrompere i servizi sanitari.




