Puglia

Codice Interno, slittano motivazioni sentenza sulla condanna di Olivieri

Bisognerà attendere la primavera 2026 per conoscere le motivazioni della sentenza emessa Il 26 ottobre scorso dal gup del tribunale di Bari, Giuseppe De Salvatore, al termine del processo con rito abbreviato, per l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, condannato a 9 anni per di scambio politico-mafioso ed estorsione, nell’ambito della maxinchiesta Codice Interno, conclusasi a febbraio 2024, che ha svelato i rapporti fra mafia e politica a Bari. De Salvatore data la complessità della sentenza, ha chiesto e ottenuto dal presidente del tribunale Alfonso Pappalardo una proroga di 90 giorni per il deposito.

Il 26 ottobre aveva anche disposto condanne per altre 103 persone, riconoscendo di fatto l’impianto accusatorio dei pm antimafia Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino e l’esistenza di un accordo politico-affaristico. Tra i 104, i capi clan del quartiere Japigia di Bari, Savino Parisi ed Eugenio Palermiti, promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere, condannati a 11 anni, la Dda ne aveva chiesti 20. Nove anni per il figlio di Savinuccio, il cantante neomelodico Tommy Parisi, la richiesta era di 16 anni e 4 mesi. Condanna pesante per Tommaso Lovreglio, ritenuto il collegamento tra Olivieri e il clan, a 14 anni di reclusione. Riconosciuto il risarcimento alle parti civili: Comune di Bari e di Altamura, Regione Puglia, i ministeri dell’Interno, della Giustizia, dell’Economia e delle Finanze, l’Associazione Libera, le municipalizzate Amtab e Amgas. Disposte anche alcune confische, incluso l’attico nel centro di Bari dove Olivieri viveva con sua moglie, perché ritenuto acquistato in maniera illecita.




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