Economia

Manovra, Opzione donna tagliato dagli emendamenti. Malan: “Verosimili coperture dal governo”

ROMA – Salta nuovamente l’emendamento su Opzione donna in manovra, ma uno spiraglio rimane aperto. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato Lucio Malan. “Verosimile”, ha dichiarato, che il governo presenti delle coperture e la proposta torni all’esame della Quinta commissione. “Quando è questione di oneri è rimediabile – ha aggiunto Malan – abbiamo avuto una riunione preliminare sugli emendamenti segnalati dal gruppo. Non è stato deciso nulla, ma il gruppo ha ribadito le proprie priorità, tra cui, ricorda il senatore, il tema delle compensazioni, dei dividendi, degli affitti brevi, l’iperammortamento. Sono temi complessi, dalle coperture rilevanti, ed è in corso l’istruttoria”.

L’iter dell’emendamento

Intanto l’emendamento di Fdi, promosso da Paola Mancini, è stato nuovamente dichiarato inammissibile e la possibilità di andare in pensione anticipata riservata ad alcune lavoratrici dipendenti o autonome terminerà quindi quest’anno. La proposta della senatrice puntava a resuscitare il trattamento pensionistico in prima battuta escluso dal governo dal testo della legge di bilancio. Il primo emendamento, che puntava a prorogare i termini per maturare i requisiti al 31 dicembre 2025 e a estendere in parte la platea delle beneficiarie, era stato dichiarato inammissibile durante la prima tagliola agli oltre 400 emendamenti in manovra. Anche il secondo tentativo va a vuoto, perché continua a mancare l’esplicitazione di costi e coperture. La misura sarebbe costata circa 90 milioni di euro, in assenza di contromisure correttive avrebbe attinto esclusivamente dal fondo di 100 milioni riservato alle modifiche parlamentari.

Sono 21 in tutto le proposte dichiarate inammissibili alla luce dei nuovi approfondimenti, di cui 4 per materia e 17 per copertura, come emerso dall’Ufficio di presidenza della commissione Bilancio del Senato. Oltre a Opzione donna, saltano l’emendamento di FdI per ampliare la detassazione dei contratti, quello ancora di FdI sulla decontribuzione per le assunzioni stabili al Sud e quello della Lega sulla flat tax per i giovani. Tra gli inammissibili per materia c’è poi la proposta di FI sull’autofattura per l’acquisto di tartufi da raccoglitori occasionali. La commissione Bilancio del Senato ha fissato per mercoledì 3 dicembre alle 15 il termine definitivo per le eventuali riformulazioni o sostituzioni di emendamenti inammissibili o di altri emendamenti. Rimane in vita invece l’emendamento sul Mes, che ipotizza la vendita della quota italiana del Mes, senza però stimarne più il valore come nella prima versione. Lo riferisce il relatore della Lega Claudio Borghi al termine dell’Ufficio di presidenza: “L’emendamento sul Mes c’è, con la nuova riformulazione è stato dichiarato ammissibile”, spiega.


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