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Nourished By Time – The Passionate Ones: Tu chiamale se vuoi emozioni :: Le Recensioni di OndaRock

Nel 2023, con “Erotic Probiotic 2”, si affacciava sulla scena Marcus Eliott Brown. L’album venne accolto molto bene: melodie accattivanti, anni 80 ad ampio spettro, una certa carica emotiva. Due anni dopo ritroviamo Marcus Eliott Brown, in arte Nourished By Time, ancora lì, a giocare con una libreria musicale che va dal synth-pop al r’n’b, dal soul alla dance, e a comporre storie di attesa e solitudine, in bilico tra disillusione e speranze di riscatto. Il nuovo lavoro ha un titolo meno enigmatico del precedente e mette subito al centro le emozioni come nucleo tematico del lavoro.

“Automatic Love” è un brano che può sembrare a prima vista piuttosto allegro e spensierato, con la sua intro sincopata e un ritornello che funzionerebbe benissimo cantato in modo corale a un concerto, ma poi ci si accorge che non c’è un coro e non c’è nemmeno ironia nella voce, bensì molta freddezza, nonostante il cantar d’amore. Un po’ più di calore traspare nella successiva “Idiot In The Park”, ma il racconto del dialogo con la sensitiva lascia più incertezze e ambiguità intorno al bisogno di avere qualcuno vicino.
“Max Potential”, uno dei singoli che hanno anticipato l’album, porta l’angoscia a una dimensione più generale, rispetto alla paranoia, alla pressione sociale; l’invito a sviluppare il proprio potenziale fino al massimo esaurisce e comprime gli individui e anche i loro sentimenti, perché l’amore non è la speranza del futuro, ma un ricordo che resta, a risarcire in parte il fallimento, mentre anche le relazioni scadono nell’incomunicabilità.
Una sorta di integrazione si intravede in “It’s Time”, ma la mancanza di punti di riferimento (personali, religiosi) e il desiderio di non rassegnarsi alla mediocrità finiscono cedere di fronte alle sostanze e a una prigione mentale affollata di simboli misteriosi e ambigui.

Tuttavia, dopo “Cult Interlude”, il mood generale si risolleva un po’: “9 2 5” ha un andamento un po’ più scanzonato; è ancora una storia di tentativi di riscatto e di farcela in un mondo ostile, ma anche un invito a non farsi completamente annullare dal sistema, nonostante i lavori alienanti e il tempo che passa. Anche la successiva “Crazy People” punta sul ritmo più ballabile, nonché su un lungo intermezzo di synth. “Jojo” è uno dei brani meglio interpretati, in cui la performance baritonale del cantante riesce a cimentarsi in più registri, prima di lasciare spazio alla parte rap di Tony Bontana. Rap che viene ripreso anche dallo stesso Brown nella successiva “Baby Baby”, pezzo molto particolare, perché a metà la musica prende il sopravvento e la voce diventa un complemento di un insieme più generale. 
“Tossed Away” è una ballata, tra il crooner e il soul, più tradizionale rispetto al resto dei brani, in cui anche il testo si fa più caldo e romantico. Come anche in “The War Is Over”, che vanta una delle melodie più belle dell’album ed è un altro momento di parziale serenità. Il finale è per la title track, che mantiene il mood più sereno delle ultime canzoni del disco. 

In conclusione, “The Passionate Ones” è un album ben prodotto e ben cantato, che conferma il talento di Brown come cantante e come musicista. I testi sono spesso essenziali, ma riescono senza verbosità a dire quello che serve e a rappresentare le preoccupazioni, ma senza farsi soverchiare del tutto.

30/11/2025




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