ragazzine adescate, va a processo. L’sos lanciato dalla madre di una 12enne
ANCONA – La conoscenza in chat, la richiesta di foto e video hot, poi gli incontri vis a vis, ad Ancona. Proibiti, stando alla procura, considerando l’età della ragazzina: 12 anni. Appuntamenti intimi che l’uomo, un 40enne della provincia di Cremona, avrebbe imbastito anche con altre tre adolescenti, residenti fuori dalle Marche. A distanza di tre anni dai fatti, ieri si è aperta l’udienza preliminare per il lombardo, un informatico. Deve risponde di violenza sessuale, pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Sette, in tutto, i capi d’imputazione, riferibili a fatti compresi tra il 2021 e il 2023.
La richiesta
In aula, la difesa dell’imputato ha chiesto di procedere con un percorso di giustizia riparativa. Istanza non concessa, si andrà allora avanti con il rito abbreviato. Prossima udienza fissata per il 20 aprile. Si sono costituiti parte civile, con l’avvocato Roberto Regni, i genitori della ragazzina anconetana con cui l’uomo avrebbe avuto almeno 5 incontri. Era stata la mamma ad andare in questura a sporgere denuncia nell’aprile del 2023, innescando le indagini della Squadra Mobile che avevano portato il gip a firmare la misura cautelare ai domiciliari. L’informatico era stato arrestato in provincia di Forlì, mentre si trovava in albergo. Anche la ragazzina, all’epoca 12enne, è parte civile. L’assiste il legale Silvia Paoletti.
La ricostruzione
Stando a quanto ricostruito, l’imputato aveva agganciato la minorenne su una piattaforma dove sconosciuti interagiscono tra loro. Poi, la conoscenza si sarebbe spostata su Whatsapp e Instagram. Proprio su queste piattaforme, la ragazzina sarebbe stata indotta dal 40enne ad inviargli foto e video intimi, finendo in una spirale di abusi. Perché, sempre secondo la procura, l’uomo sarebbero partito dalla Lombardia per incontrarla almeno cinque volte. Appuntamenti sfociati in atti sessuali, sostiene la pubblica accusa, avvenuti vicino a una scuola abbandonata, in auto o in zona Passetto. Dopo la denuncia della mamma, gli investigatori (e l’analista forense Luca Russo) erano piombati a casa del 40enne per mettere sotto sequestro i dispositivi informatici: erano stati trovati 467 file pedopornografici.
Altre tre le vittime degli incontri proibiti, residenti in Lombardia e in Emilia Romagna. Si tratta di due 12enni e di una 13enne. Con una ragazzina avrebbe ripetuto lo stesso schema dell’adolescente anconetana. Ovvero, stando agli inquirenti, si sarebbe fatto inviare foto e video a luci rosse. Avrebbe anche generato file illeciti durante le videochiamate che intercorrevano tra loro. Dopo un periodo trascorso ai domiciliari, attualmente l’imputato è libero. Ora, la parola al gup.




