Toscana

“La violenza non è mai devianza improvvisa, risposta del sistema ancora troppo frammentata”


“Tra gli adolescenti stiamo osservando un intreccio sempre più evidente tra aggressività, abuso di sostanze, isolamento digitale e fragilità emotive. La violenza tra pari non è un fatto episodico o una devianza improvvisa, ma il modo in cui una parte dei nostri giovani sta trasmettendo un disagio che non riesce a esprimere altrimenti”. A dirlo è Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana e del Consiglio Nazionale, intervenendo al Forum Risk Management in Sanità ad Arezzo nella sessione dedicata ai Piani di Azione sulla Salute Mentale.

Binge drinking, fumo e uso problematico di internet

 “I dati dell’ultima ricerca Espad Italia 2024 mostrano con chiarezza la connessione tra comportamenti violenti e altri comportamenti a rischio: tra i giovani che agiscono violenza – ricorda Gulino – il binge drinking riguarda il 37% (contro il 20%), il fumo quotidiano il 27% (contro il 12%) e l’uso problematico di internet è molto più diffuso. Non siamo davanti a ribellioni adolescenziali: siamo davanti a sofferenza psicologica non riconosciuta”. 

“Molti ragazzi non hanno strumenti per gestire frustrazione, paura, solitudine e senso di inadeguatezza. Oltre a questo – spiega la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana e del Consiglio nazionale – Il digitale amplifica la disinibizione, frammenta le relazioni e riduce l’empatia. Se mancano adulti significativi, spazi educativi e supporto psicologico precoce, la tensione emotiva può trasformarsi in violenza verso sé stessi o verso gli altri”. 

“Il problema è che a tutte queste sfide crescenti il nostro sistema sanitario pubblico non può rispondere perché sotto organico, occupandosi, ad oggi, prevalentemente delle emergenze. Le famiglie – prosegue Gulino – chiedono aiuto quando la situazione è già esplosa, perché l’accesso ai servizi è complesso, disomogeneo e a volte percepito come stigmatizzante. E non si può chiedere ai genitori di ‘essere forti’ quando sono lasciati soli”. 

La salute mentale deve essere un diritto di tutti

Le possibili soluzioni, secondo la presidente dell’Ordine degli Psicologi toscani, passano soprattutto dalla prevenzione. 

“Prevenire significa intervenire prima della rottura, prima dell’aggressione, prima dell’autolesionismo. Significa offrire contesti sicuri di ascolto, orientamento e supporto non solo percorsi terapeutici quando il problema è già conclamato. In questo quadro – sottolinea Gulino – l’attivazione dello psicologo di assistenza primaria prevista dal Piano d’Azione Nazionale per la Salute Mentale non è un’opzione, ma una necessità. Lo psicologo di prossimità deve diventare il primo punto di accesso, capace di intercettare i segnali di disagio prima che diventino urgenza o cronicità”. “Per questo ora servono decisioni rapide: approvare la normativa nazionale, garantire risorse strutturali e assicurare equità territoriale. La salute mentale – conclude Gulino – non può dipendere da dove uno nasce o risiede oppure dalla capacità economica della famiglia: deve essere un diritto di tutti e per tutti”.


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