Sciopero generale 28 novembre, chi ci sarà a Genova: il programma
Genova. Non solo Greta Thunberg, Thiago Ávila e Francesca Albanese. Il 28 novembre a Genova, per lo sciopero generale proclamato da Usb “contro la manovra di guerra e l’economia del genocidio” ci sarà una vera carrellata di personalità di rilievo nazionale e internazionale che negli ultimi mesi hanno aderito alla causa palestinese. Saranno tutti in piazza a partire dalle 8.30, orario prefissato per il concentramento a Brignole: da qui partirà il corteo che attraverserà tutto il centro cittadino per concludersi ai varchi portuali di San Benigno, luogo simbolo delle lotte contro i traffici di armi. A presentare il programma della giornata sono stati oggi il segretario generale ligure dell’Usb Maurizio Rimassa e il riferimento del Calp José Nivoi, reduce dalla missione della Global Sumud Flotilla.
Sciopero generale 28 novembre, chi ci sarà a Genova
Tra le celebrità che hanno confermato la propria presenza a Genova ci sono l’ex ministro greco Gianīs Varoufakīs, il giornalista e corrispondente di guerra statunitense Chris Hedges, altri giornalisti stranieri tra cui l’americano di origini palestinesi Ahmed Shihab-Eldin e la spagnola Olga Rodríguez, numerosi marinai della Flotilla. E poi diverse personalità del mondo dello spettacolo italiano, come Moni Ovadia, Vinicio Capossela, Sabina Guzzanti. Altri hanno chiesto per ora di non divulgare il loro nome, ma l’elenco – assicurano gli organizzatori – è ancora lungo. Sembrava possibile addirittura un coinvolgimento di Roger Waters, ex leader dei Pink Floyd, ma poi sarebbe saltato tutto per problemi organizzativi.
“Di certo avremo gli occhi del mondo addosso. Questo dà il senso di come Genova e il Calp vengono visti da fuori rispetto ai meccanismi politici locali in cui si fa finta che non esistano – commenta Nivoi -. La sindaca Salis si era esposta, oggi non è più pervenuta rispetto alla nostra mobilitazione. Una ventina tra giornalisti e personalità caratterizzate dal sostegno alla Palestina vedono in noi uno degli elementi di lotta che riescono a portare i lavoratori in piazza. È il frutto di un lavoro fatto da più di dieci anni in cui non si è cercato di annacquare le parole d’ordine, ma di fare boicottaggio nei confronti di Israele”.
L’impressione è che Genova possa diventare una piazza di richiamo nazionale, nonostante le manifestazioni in programma in contemporanea in altre 60 piazze italiane e nonostante la chiamata a Roma per sabato 29 novembre. In ogni caso non si fanno pronostici: “Settembre e ottobre erano stati mesi straordinari, in piazza c’erano tutti – ricorda Rimassa -. Siamo consapevoli che non c’è più quel clima, anche perché purtroppo sulla Palestina è scesa una cortina di silenzio. La tregua ha fatto scemare l’attenzione su quei temi. Ma noi crediamo che quello che è stato seminato produca effetti. Penso che ci sarà una buona partecipazione“.

Il corteo dello sciopero generale per Gaza indetto dall’Usb il 22 settembre
I temi dello sciopero generale Usb: manovra, salari, economia di guerra e Palestina
Ma lo sciopero generale del 28 novembre non è solo per Gaza e la Palestina. In cima alla lista delle rivendicazioni ci sono i temi legati alla manovra del governo Meloni. “Da anni siamo impegnati in un’operazione di contrasto alle scelte politiche ed economiche dei nostri governi, sempre in continuità – riprende Maurizio Rimassa -. È un momento drammatico, con decine di conflitti che insanguinano il mondo. Dietro a questa dinamica, sia l’Ue sia il Governo italiano hanno lanciato una politica di aumento delle spese militari che non ha precedenti. Pensare che le risorse non incideranno sulla spesa sanitaria e scolastica è chiaramente una menzogna. La sanità pubblica è arrivata al capolinea, la situazione della scuola pubblica non è differente, gli stipendi pubblici al palo, la dinamica dei salari è la peggiore di tutti i Paesi Ocse.
La piattaforma dell’Usb chiede una “rottura con questi parametri di politica economica”. Quindi salario minimo contrattuale di almeno 2mila euro, pensione minima di 1.500 euro con uscita a 62 anni; rivalutazione automatica di salari e pensioni; forte intervento pubblico per sanità, scuola, casa e trasporti; stop alla precarietà e stop alla spesa militare.
“Tra le conseguenze dell’azione dei governi ci sono le scelte in materie di politica estera e in particolare il sostegno fattivo per Israele e alle politiche che hanno portato al genocidio, ben lungi da una soluzione, perché si continua a morire in Palestina e in tutti i fronti aperti. Uno degli impegni dell’Ue è alimentare in modo massiccio politiche di riarmo che finiscono per sostenere e sviluppare i numerosi fronti di guerra”, sottolinea il sindacalista.

La vicenda palestinese sarà quindi tra i temi in piazza: “È un tentativo di rompere il sostegno di cui gode Israele oggi e quindi un tentativo di rompere l’apartheid”, sottolinea Nivoi. E sta funzionando evidentemente da traino per le adesioni più illustri. “È chiaro che questi personaggi famosi rischiano di rubare la scena, ma è un rischio che corriamo – commenta Rimassa -. Da sempre sgomitiamo per avere visibilità. Starà a noi essere bravi a mettere insieme tutti gli elementi della piattaforma”.
Il programma della giornata: si parte da Brignole alle 8.30
Dunque appuntamento a Brignole alle 8.30, punto di ritrovo scelto anche per la presenza della sede di Confindustria, perché “il mondo produttivo e finanziario macina utili e dividendi stellari, ma la redistribuzione è deficitaria. E Confindustria è uno dei soggetti che spinge maggiormente per la precarizzazione del lavoro”. In partenza ci sarà una conferenza stampa con tutti i vip coinvolti, a cominciare da Greta Thunberg (che sarà a Genova già dal 27 novembre) e Francesca Albanese. Le autorità genovesi, tra cui la sindaca Salis bacchettata da Nivoi, probabilmente non ci saranno perché nello stesso giorno a Roma si discuterà il futuro dell’ex Ilva.
In mattinata partirà il corteo che si snoderà per le strade del centro verso San Benigno, percorso inverso rispetto alle manifestazioni dei mesi scorsi. In contemporanea verrà formato un piccolo corteo di barche via mare che si ricongiungerà idealmente a quello di terra in zona Darsena. Assicurata la presenza in piazza di collettivi studenteschi e movimenti indipendenti dal sindacato, come era stato nel recente passato. E la mancata convergenza con la Cgil, che ha proclamato sciopero generale per il 12 dicembre dopo un momento in cui le lotte sembravano confluire? “Nessuno pensa che l’unità non sia un valore, ma su quali obiettivi? Mai come oggi l’ambito sindacale è stato così frammentato”, risponde Rimassa
Una giornata che si auspica del tutto pacifica sul fronte dell’ordine pubblico: “Sarebbe folle creare scontri, sarebbe un problema per tutti“, mette in guardia Nivoi. “Ma siamo consapevoli che ci muoviamo su un terreno delicato – chiosa il segretario regionale -. A causa dei decreti sicurezza anche i blocchi stradali sono sanzionati pesantemente. Se uno vuole dipingere la manifestazione come trasgressiva, ci vuole davvero molto poco”.




