«Non siamo più montagna, cambiate la legge»

FRONTONE C’era anche il sindaco di Frontone Daniele Tagnani domenica scorsa sul monte Catria, in occasione dell’apertura degli impianti dopo l’intensa nevicata. Il primo cittadino è voluto salire fino ai 1400 metri con una intenzione precisa: lanciare un appello dalla cima più alta della provincia ai parlamentari della regione Marche e di tutti gli Appennini d’Italia. Un appello per rivedere la legge sulla montagna 131 del settembre scorso.
La normativa
La normativa ridefinisce la classificazione dei Comuni montani sulla base di criteri strettamente altimetrici (oltre 600 metri di altitudine) e di pendenza. Tutti i Comuni dell’Unione montana Catria e Nerone, Frontone compresa, rischiano di non essere più considerati montani. «Queste e tante altre non sono considerate di fatto più montagne – sottolinea il sindaco – con un grave rischio per i paesi immediatamente a valle e per i servizi che con fatica si offrono. C’è di mezzo la stabilità, la crescita equa dei territori e lo sviluppo di quella che è considerata la spina dorsale italiana. Ci sono di mezzo le attività di tanti imprenditori e il lavoro delle persone. C’è di mezzo la scuola e il futuro dei bambini. Combattiamo tutti insieme questa partita, dalle commissioni regionali a Montecitorio e Palazzo Madama». Tagnani non ci sta: «Frontone, paese di montagna, non è attualmente riconosciuto dalla nuova legge. Chiediamo con forza e decisione un intervento delle istituzioni di rango superiore per cambiare questa assurdità. La legge non può escludere la maggior parte delle comunità dell’Appennino. Non è la battaglia di Frontone, ma è la battaglia per la sopravvivenza di tutta la montagna italiana, spina dorsale del Belpaese. La montagna è in difficoltà e la nuova legge va cambiata perché di 88 comuni della regione Marche ne rimarranno soltanto 22 con tale classificazione. Richiedo inoltre, tramite i consiglieri di maggioranza e minoranza della mia provincia che decideranno di affrontare il problema, che fine farà la strategia nazionale delle aree interne e nel caso, la presenza di una nuova strategia per le aree interne montane, che può permettere ai comuni di riorganizzarsi e progettare una nuova via istituzionale».
Fondi da sbloccare
«Ci sono fondi già stanziati della vecchia strategia – sottolinea Tagnani – e da sbloccare immediatamente, oltre 2 milioni, per finanziare tante attività scolastiche, sociali, turistiche e tanto altro. Farò tutto il possibile, con la massima collaborazione istituzionale, per difendere le zone montane, che non definirò mai svantaggiate, ma di assoluto pregio».




