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Delhi dimezza le presenze in ufficio per combattere l’inquinamento

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – L’amministrazione di Delhi lunedì sera ha ordinato il dimezzamento delle presenze negli uffici, sia pubblici sia privati, nella speranza che riducendo gli spostamenti tra casa e lavoro il tasso di inquinamento della capitale – che è drammaticamente alto ormai da settimane – scenda. La decisione di incentivare lo smart working, con l’eccezione dei servizi essenziali come ospedali e trasporti, è stata presa dopo che lunedì la componente dell’Air Quality Index (Aqi) imputata al traffico veicolare ha toccato il 21 per cento.

In base ai parametri del Central Pollution Control Board (Cpcb) indiano, l’indice di inquinamento medio di lunedì è stato di 382 punti, in lieve calo rispetto ai 391 di domenica, ma abbastanza alto da far segnare l’undicesimo giorno consecutivo di qualità dell’aria “molto scarsa”, dopo tre giorni dall’11 al 13 novembre in cui è stata “grave/severa”. Da 0 a 50 la qualità considerata “buona”, da 51 a 100 “soddisfacente”, da 101 a 200 “moderata”, da 201 a 300 “scarsa”, da 301 a 400 “molto scarsa” e da 401 a 500 “grave/severa”. Sopra i 500 punti le rivelazioni ufficiali si fermano, ma quelle degli operatori privati, no. Venerdì 21 novembre, l’app della svizzera IQAir segnava 780 punti.

Uno degli aspetti più preoccupanti dell’ondata di inquinamento di questo autunno del 2025 è che è stata straordinariamente elevata nonostante il contributo molto inferiore al solito dei roghi agricoli nelle regioni rurali che circondano la capitale. Secondo l’Air Quality Early Warning System, lunedì “valevano” intorno all’1,8% del totale, molto meno di emissioni industriali, civili e legate alle costruzioni. Un altro fattore cruciale sono i roghi della spazzatura, una pratica ancora diffusa nelle zone della capitale meno servite dai servizi essenziali. Senza contare gli incendi che scoppiano regolarmente nelle discariche. In quelle di Okhla e Bhalswa si stima vi siano 16 milioni di tonnellate di rifiuti.

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Un quadro complesso a cui ieri si sono aggiunte le ceneri dell’eruzione del vulcano Hayli Gubbi in Etiopia che, dopo aver attraversato il Mare Arabico sono arrivate sul nord dell’India. Gli esperti non si attendono un impatto avvertibile sulla qualità dell’aria a livello del suolo. In compenso le ricadute sono state avvertite nel traffico aereo, con una serie di aeromobili di Air India e Akasa fermati a terra per controlli dopo essere transitati in prossimità della zona interessata dall’eruzione.


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