5 condanne. Cade l’accusa dell’agevolazione alla camorra
Cinque condanne per 16 anni e mezzo di carcere complessivi, 4.500 euro di multa e due assoluzioni. È quanto disposto dal gup Carla Sarno del tribunale di Napoli nel processo celebrato con rito abbreviato a carico di 7 persone accusate di associazione a delinquere dedita ai reati di riciclaggio di denaro, frode fiscale e intestazione fittizia di beni, aggravati dalla finalità di agevolare il clan dei Casalesi.
Sono stati inflitti 4 anni di reclusione per Antonio Caliendo; 3 anni di reclusione per Gaetano Marrapese, Antonio Luca Iorio, Alfonsina Russo (oltre ad una multa di 4500 euro); 3 Anni e 6 mesi di reclusione per Ersilia Carano. Per tutti è stata esclusa l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Assolti Maria Di Gaetano, moglie di Marrapese, e Nicolino Iorio, padre di Antonio Luca Iorio. Nella loro requisitoria i magistrati antimafia Fabrizio Vanorio e Roberto Patscot, hanno chiesto 10 anni di reclusione per Antonio Luca Iorio; 7 anni di reclusione per Antonio Caliendo; 6 anni di reclusione per Gaetano Marrapese; 4 anni di reclusione per Ersilia Carano; 3 anni per Alfonsina Russo; 1 anno e 8 mesi per Maria Di Gaetano; assoluzione per Nicolino Iorio.
Gli imputati sono stati coinvolti nell’inchiesta dei militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma, con il supporto del Comando Provinciale della guardia di finanza di Caserta. I finanzieri partono da operazioni economiche effettuate in Bulgaria da persone e società che sarebbero collegate a clan di camorra.
Nel mirino finisce Antonio Caliendo, imprenditore in contatto con persone inserite nel contesto del clan dei Casalesi, tra cui Nicola Schiavone (non indagato in questo procedimento), imprenditore coinvolto nell’indagine ‘Normandia II’ e cugino omonimo di un altro Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan. Seguendo la traccia dei soldi, i finanzieri fanno luce sugli affari dell’Ambienta, società dei rifiuti che sulla carta ha Marrapese come legale rappresentante ma l’amministratore di fatto è Luca Antonio Iorio. L’azienda, per gli inquirenti, è la diretta continuazione di un’altra società, la Casertana Recuperi, destinataria in passato di provvedimenti interdittivi antimafia adottati per la partecipazione al suo interno di Vincenzo Abbate (non indagato in questo procedimento) ritenuto imprenditore vicino al boss dei Casalesi Michele Zagaria. Secondo quanto ricostruito, la società Ambienta, che opera nel campo dei rifiuti, avrebbe utilizzato diverse fatture emesse da società riconducibili a Caliendo per operazioni risultate inesistenti. In questo modo si registra un aumento dei costi che permette all’Ambienta di far uscire utili aziendali, destinati al riciclaggio.I bonifici ammontano a oltre 7,5 milioni di euro.
Dall’Ambienta, attraverso bonifici per le fatture fittizie, i soldi passano così a società “filtro” riconducibili a Caliendo: Caliendo Appalti srl, Edil Scavi srls, Geca Costruzioni Scavi srls, Three Sister. Si tratta, per gli investigatori delle fiamme gialle, di società cartiera, cioè esistenti solo sulla carta appunto. Ricevuti i bonifici, le cartiere trasferiscono parte delle provviste ad altre persone o società “a valle”: Ersilia Carano, Silvana Delia Corvino, Nicola Ferri, Alfonsina Russo, Edilizia Carano srls, Dbs Costruzioni Scavi srls (già Europa Scavi srls), anch’esse riconducibili a Caliendo. Le figure a valle sono quelle che prelevano in contanti le somme di denaro provenienti dalle società: oltre 3 milioni di euro in 3 anni.
Non solo i prelievi. Ci sono poi i bonifici all’estero, circa 914mila euro, su conti direttamente o indirettamente controllati da Caliendo e accesi presso istituti bancari esteri: Bulgaria, Regno Unito, Polonia, Germania, Belgio e Lituania.
Nel corso dell’operazione delle fiamme gialle, è stato eseguito il sequestro, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, per oltre 11 milioni di euro. Sotto chiave sono finiti anche orologi (tra cui Rolex e Cartier) e auto di lusso (tra cui Audi, Lamborghini e Ferrari). Sotto sequestro anche la totalità delle quote di partecipazione al capitale sociale e dei complessi aziendali di sei società.
Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Carlo De Stavola, Mirella Baldascino, Pasquale Diana, Giuseppe Stellato, Gennaro Iannotti, Renato Jappelli e Claudio Botti.
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