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3 videogiochi lunghissimi che sembrano non finire mai… forse durano anche troppo!

Nel mondo dei videogiochi, la longevità è spesso vista come un valore aggiunto. Un gioco che offre centinaia di ore di contenuti dovrebbe garantire un’esperienza ricca e appagante. Tuttavia, esistono titoli che esagerano, con campagne che si trascinano per ore, attività secondarie ridondanti e un senso di ripetitività che mina il divertimento.

Quando la durata di un videogioco diventa un ostacolo invece che un pregio? Analizziamo tre giochi che sono stati criticati proprio per la loro eccessiva lunghezza.

Assassin’s Creed Valhalla

Ubisoft ha reso la serie Assassin’s Creed di anno in anno sempre più ambiziosa ma allo stesso tempo controversa, ma con Assassin’s Creed Valhalla il rischio di diluire l’esperienza è diventato realtà. Il gioco offre un mondo enorme e un’infinità di attività, ma la campagna principale può superare le 80 ore, e completare ogni missione secondaria può richiedere ben oltre le 150 ore. Il problema principale è che molte missioni risultano ripetitive e prive di reale impatto sulla storia. Oltre alla stessa main, l’abbondanza di collezionabili, missioni fetch quest e attività dispersive fa sembrare Valhalla un’esperienza più estenuante che coinvolgente. Non tutti i giocatori sono disposti a investire così tanto tempo in un singolo titolo, specialmente quando il ritmo narrativo ne risente, come in questo specifico caso.

Red Dead Redemption 2

Red Dead Redemption 2 è un capolavoro realisticamente tecnico e narrativo, ma la sua durata è un aspetto controverso per molti. Rockstar, con il suo attualmente ultimo prodotto, ha creato un mondo incredibilmente dettagliato, ma il ritmo lento, la necessità di compiere lunghe cavalcate e la mole di missioni secondarie spesso scollegate dalla trama principale rendono il gioco un’esperienza che può risultare estenuante. La storia impiega oltre 50 ore per essere completata, ma la struttura stessa del gameplay, con una quantità eccessiva di meccaniche di micro-gestione (come il mantenimento del cavallo, il cibo e il vestiario), può stancare anche i giocatori più pazienti. Nonostante l’indubbia qualità del gioco (che non è assolutamente in discussione), la sua eccessivamente curata lunghezza lo rende difficile da affrontare per chi non ha settimane da dedicargli.

Dragon Age Inquisition

Bioware ha cercato di creare un enorme RPG open-world con Dragon Age Inquisition, ma il risultato è stato un titolo che si perde nella sua stessa vastità. Pur avendo una storia principale interessante, il gioco è pieno di missioni secondarie poco coinvolgenti e attività di raccolta che sembrano allungare artificialmente la durata dell’esperienza. Per avanzare nella trama principale, i giocatori sono spesso costretti a completare obiettivi ripetitivi che spezzano il ritmo del gioco. Questo allungamento forzato della durata ha reso Inquisition uno degli esempi più citati di come un mondo vasto e ricco di contenuti possa, paradossalmente, risultare dispersivo e stancante.


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