3 open world che hanno fatto la storia
Gli straordinari videogiochi open world usciti nel 2025 sono lo specchio fedele di un genere, quello delle esperienze interattive a vocazione free roaming, che non sembra conoscere crisi. Proviamo allora a ripercorrere la storia dei giochi a mondo aperto per focalizzarci su tre titoli che hanno ridefinito il genere.
The Legend of Zelda per NES
Se per gli ‘accademici del gaming’ le origini degli open world vanno ricondotte a SEGA con Jet Rocket e al lavoro svolto da Richard Garriott tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80 con Ultima, è nel 1986 che abbiamo assistito alla definitiva consacrazione dei videogiochi a mondo aperto grazie a Nintendo e al genio creativo di Shigeru Miyamoto. Ci riferiamo infatti al primo, indimenticabile The Legend of Zelda per NES, un titolo che ha ispirato le generazioni successive di sviluppatori e mostrato al grande pubblico le potenzialità infinite dei videogiochi appartenenti a questo genere.
L’asta per una copia sigillata della cartuccia dorata di Zelda per NES tenutasi nel 2021 testimonia l’interesse incrollabile della community per questo importantissimo pezzo di storia del gaming, un’avventura senza tempo che ha contribuito a trasformare Nintendo nell’attuale gigante conosciuto e apprezzato da milioni di videogiocatori in tutto il mondo.
Minecraft
Il capolavoro open world di Markus Notch Persson non è solo il videogioco più venduto di tutti i tempi (forte delle sue oltre 300 milioni di copie piazzate dal 2011), ma è anche uno dei più imitati. Chi si è avventurato nel suo mondo sconfinato per poi addentrarsi nelle profondità del suo sottosuolo e nei pericolosi dungeon del Nether, d’altronde, sa quanto possa essere stata rivoluzionaria l’esperienza restituita dall’esplorazione di un universo sconfinato da plasmare secondo i propri gusti ed esigenze.
Certo, gli innumerevoli aggiornamenti gratuiti pubblicati da Mojang e gli infiniti pacchetti amatoriali creati dai modder hanno permesso al kolossal ‘squadrettato’ di Notch di rimanere sulla cresta dell’onda rinnovandosi costantemente, ma se Minecraft è riuscito a cementare la sua posizione ai piani alti delle classifiche di vendita su PC e console in questi ultimi 14 anni ciò è accaduto principalmente in funzione dell’enorme divertimento che continua a regalare grazie alla libertà restituita dal suo concept originario.
Red Dead Redemption 2
Il realismo ineguagliato di Red Dead Redemption 2 e della sua Frontiera fa del kolossal western di Rockstar Games un caso più unico che raro nella storia dell’intrattenimento videoludico. All’opera senza tempo confezionata dalle fucine creative della Grande R non manca assolutamente nulla: il canovaccio della campagna principale si intreccia a meraviglia con il tessuto ludico e narrativo dell’esperienza free roaming, con un comparto tecnico e un impianto di gameplay che contribuiscono a cementare il nome di RDR2 nell’Olimpo dei videogiochi open world e del gaming in generale.
La rappresentazione scenica e interattiva della dimensione free roaming esplorata da Arthur Morgan ha reso ancora più indimenticabile un’esperienza di gioco che, come da tradizione per gli autori di GTA, ha saputo lasciare il segno e determinare il corso dell’industria dell’intrattenimento negli anni a seguire. ‘Solo Rockstar può battere Rockstar’, verrebbe da esclamare scorrendo le discussioni social di una community che guarda con sempre maggiore impazienza alla prossima evoluzione degli open world: solo GTA 6 promette di superare il realismo di Read Dead Redemption 2 con tantissime tecnologie innovative e un budget che definire sconfinato sarebbe un pallido eufemismo.
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