Marche

19 gli indagati. Retata tra le province di Macerata e Ancona. Gli accordi su Telegram, affari da 5,4 milioni

MACERATA Maxi retata antidroga dei carabinieri all’alba tra le province di Macerata, Ancona e Roma. Alle prime ore del mattino di ieri cento militari del comando provinciale di Macerata insieme ai colleghi di altre quattro province (Roma, Ancona, Ascoli e Fermo), con i Nuclei cinofili di Pesaro e Roma e il Nucleo elicotteri di Pescara si sono presentati a casa di 19 indagati per eseguire gli ordini applicativi di misura cautelare spiccati dal gip Daniela Bellesi su richiesta del sostituto procuratore Enrico Barbieri.  

In 13 sono finiti in carcere, due ai domiciliari, tre hanno l’obbligo di dimora e uno l’obbligo di firma. Durante uno dei blitz, eseguito a Roma, sono spuntati 14 chili di hashish, quattro chili di cocaina e la somma da capogiro di 348mila euro in contanti. «Segno che l’attività illecita era ancora estremamente florida», puntualizza il comandante provinciale, il colonnello Raffaele Ruocco.

Le vie della droga

Un’attività messa su da due gruppi criminali composti da nordafricani che vivono a Cingoli e italiani che vivono a Roma. La droga, soprattutto hashish, sarebbe arrivata a Cingoli in grandi quantità, direttamente dalla Capitale ogni 10-15 giorni. Nel comune dell’entroterra sarebbe stata stoccata in luoghi sicuri per poi essere spedita per rifornire diversi spacciatori delle province di Macerata e Ancona. Il giro di droga stimato è di 385 chili di hashish, oltre nove chili di cocaina, circa due chili di marijuana per un valore complessivo di 5,4 milioni di euro. Le cessioni accertate tra il 2024 e quest’anno sono state 130 e sono stati sequestrati 54 chili di hashish, ma anche cocaina e marijuana il cui valore sul mercato si attesta sui 670mila euro.

I tasselli

A tutto questo i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto operativo provinciale guidato dal tenente colonnello Massimiliano Mengasini sono arrivati mettendo insieme vari tasselli. Quello più importante è venuto fuori notando «un insolito quanto intenso via vai di auto e persone in un’abitazione nelle campagne di Cingoli dove vivevano alcuni nordafricani – spiega Mengasini -. Si trattava di una vera e propria centrale di spaccio che riforniva molti giovani della provincia di Macerata e di Ancona». Da lì, seguendo gli spostamenti degli indagati, i carabinieri hanno seguito il flusso della droga effettuando diversi arresti con i relativi sequestri di stupefacente.

Il vaso di Pandora

Ad aprire il vaso di Pandora è stata una pattuglia di giovanissimi carabinieri della stazione di Cingoli. I militari dovevano svolgere un normale controllo a casa di un giovane che era ai domiciliari, ma quando erano arrivati lì avevano notato un’auto sospetta e avevano deciso di controllare. Poco dopo sul posto arrivò l’intera stazione dei carabinieri che portò alla luce quasi dieci chili di droga. Il cellulare dell’arrestato (risultato estraneo a questa indagine, ndr) fu passato al setaccio e venne fuori un canale Telegram “Los pollos Marche” in cui si pubblicizzavano importanti quantitativi di diverse droghe. «L’attività di indagine – ha concluso il colonnello Ruocco – dimostra ancora una volta l’importanza straordinaria delle stazioni dei carabinieri e del loro ruolo centrale. Grazie alla conoscenza approfondita del territorio dei militari della stazione di Cingoli, a cui si è poi aggiunto l’impegno del Nucleo Investigativo del Reparto operativo provinciale, è stato possibile arrivare al risultato ottenuto oggi. L’indagine è stata rapida, la conclusione tempestiva e ha permesso di debellare un’attività che era florida, come è emerso dalle perquisizioni effettuate che hanno portato al sequestro di importanti quantitativi di droga e di ingenti somme di denaro».




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »