16mila ettari bruciati e migliaia di persone in fuga
È il rogo che ha distrutto più ettari negli ultimi 76 anni in Francia, con case distrutte, migliaia di sfollati e 2500 famiglie senza elettricità. Si continua a combattere contro l’incendio divampato il 5 agosto e partito dal villaggio di Ribaute, tra Carcassonne e Narbonne: le fiamme hanno già devastato 16mila ettari di vegetazione e pinete nell’Aude, nella regione meridionale dell’Occitania, una delle più suggestive del Paese. Si tratta del rogo che “ha bruciato più ettari dal 1949”, come spiegato dal ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, giunto sul posto insieme al primo ministro francese, François Bayrou che lo ha definito una “catastrofe di portata senza precedenti”, “legata al riscaldamento globale” e alla “siccità”. Questo incendio, infatti, ha già bruciato in poche ore l’equivalente di quanto distrutto “negli anni 2019, 2020, 2021 e il doppio di quanto andato in fumo nel 2023”. L’area devastata dalle fiamme ha un’estensione “maggiore dell’intera città di Parigi” ha spiegato il colonnello Christophe Magny, capo dei vigili del fuoco del dipartimento dell’Aude. “L’Europa si schiera al fianco della Francia. Siamo pronti – ha scritto su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – a mobilitare le risorse di rescEe”, il meccanismo della protezione civile europea di sostegno nella gestione dei roghi. Il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che “tutte le risorse governative sono state mobilitate” e ha esortato i residenti a seguire gli ordini di evacuazione.
Una vittima, migliaia di persone in fuga – Le fiamme, che si sono propagate rapidamente spinte dai venti del Nord, sono arrivate a colpire quindici comuni. E hanno distrutto almeno 36 case e una quarantina di veicoli, costringendo migliaia di persone alla fuga. La prima vittima accertata è una donna di 65 anni che si era rifiutata di uscire di casa, trovata morta nella sua abitazione di Saint-Laurent-de-la-Cabrerisse, nell’Aude (regione Occitania), mentre sono una quindicina i feriti – almeno due gravi – soprattutto tra i vigili del fuoco, mentre un’altra persona risulta ancora dispersa. Il fuoco ha devastato le vigne, cancellando i paesaggi mozzafiato e minacciando borghi storici. Jacques Piraud, sindaco del villaggio di Jonquières, dove almeno quattro case sono state colpite dalle fiamme, ha dichiarato a Le Monde che circa l’80% del villaggio è andato a fuoco: “È drammatico. È tutto nero, gli alberi sono completamente carbonizzati”.
Massima allerta, oltre duemila vigili del fuoco al lavoro – Diverse località restano in stato di massima allerta, mentre le fiamme continuano a devastare migliaia di ettari, anche se la loro intensità è diminuita. Il vento che spingeva le fiamme verso la costa mediterranea è cambiato nella giornata del 6 agosto, deviando il pericolo verso il massiccio delle Corbières. “La retroguardia dell’incendio è diventata il fronte” ha dichiarato il colonnello Magny. Oltre 2.100 pompieri sono ancora mobilitati, con il sostegno della gendarmeria e dell’esercito, ma la situazione non è ancora sotto controllo ed è resa più complicata da temperature, siccità e la scomparsa dei vigneti che agivano da barriera.
Sotto controllo la situazione in Spagna – Sembra, invece, rientrata l’emergenza in Spagna, dove un altro incendio era divampato – sempre il 5 agosto – da un camper in un campeggio sul monte La Peña, vicino a una spiaggia, e si è propagato rapidamente a causa dei forti venti, molto comuni in questa regione dell’Andalusia e dello Stretto di Gibilterra. L’incendio non ha causato vittime, ma ha costretto all’evacuazione di 1.550 persone da campeggi, hotel e strutture ricettive, nonché di migliaia di veicoli, la maggior parte dei quali appartenenti a bagnanti.
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