Emilia Romagna

160mila famiglie coinvolte e 2.500 volontari. Raccolti 255mila euro solo nel 2024


“Un’iniziativa partita nel 1980, dal basso. Un gruppo di ragazzi che all’epoca raccoglieva stracci. Oggi siamo in tantissimi: oltre 160mila famiglie coinvolte, 6mila bambini delle scuole d’infanzia e primarie e 2.500 volontari. Il sacco giallo è diventata una voce di popolo”. Sono i numeri del 45esimo Campo Lavoro missionario, mentre le parole sono quelle di Gabriele Valentini, presidente dell’associazione che organizza il progetto, con la due giorni di raccolta finale che si avvicina. È fissata, infatti, per le giornate di 5 e 6 aprile

L’evento interesserà tutta la Diocesi di Rimini. I materiali raggruppati nei mesi scorsi e in queste ultime settimane confluiranno nei centri di raccolta allestiti a Rimini (piazzale ex Mercato ortofrutticolo e parrocchia Cristo Re), Riccione (area Luna park), Santarcangelo (area Campana), Villa Verucchio (piazzale Vecchia Chiesa) e Bellaria (parrocchia Santa Margherita), a cui si aggiungono il punto di Cattolica (Bottega del Parco della Pace), Campo alta Valconca (Mondaino), Campo di Rimini sud (Chiesa di Rivazzurra), infine Morciano (Parcheggio Inps). In tutti i centri di raccolta, ma anche in tante parrocchie e punti di raccolta locali, saranno presenti i mercatini dell’usato e del vintage, il cui ricavato verrà devoluto ai missionari riminesi nel mondo e alle povertà locali.

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I numeri dell’edizione 2024 parlano da soli: 255.897 euro raccolti e poi distribuiti su 18 progetti missionari in 13 Paesi del mondo. “Il nostro scopo non è solamente quello di ottenere risultati economici – spiega Valentini -. Puntiamo a diffondere valori come il riciclo, la sostenibilità, la sobrietà dello stile di vita. Inoltre non siamo presenti soltanto con le missioni sparse nel mondo, ma anche a livello locale, contribuendo alla Caritas diocesana e rispondendo alle richieste di associazioni e aziende che hanno bisogno di materiali”.

Una sinergia, quella che da ben 45 anni si cela dietro al Campo Lavoro, che il vescovo di Rimini, monsignor Nicolò Anselmi, definisce ‘straordinaria’. “Questo progetto fa bene a tutti: alle persone che ne ricevono i frutti, ma anche a chi lo vive – dice -. L’idea che il nostro sacco giallo raggiunga le famiglie nelle loro case, che veicoli messaggi positivi, è davvero strabiliante. Perché partecipare al Campo Lavoro? Perché è un’esperienza che ci insegna a mettere al centro le persone, non le cose”.

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Da quasi vent’anni, inoltre, il Campo Lavoro è presente anche a livello scolastico: quest’anno sono state 38 le scuole riminesi coinvolte, a cui se ne aggiungono altre distribuite nel circondario. “Abbiamo coinvolto circa 6mila bambini con le rispettive famiglie, presentando un progetto intitolato ‘Prove d’orchestra’ – illustra Francesca Stefani, responsabile dei progetti scolastici del Campo Lavoro -. Abbiamo usato la metafora dell’orchestra per spiegare ai bambini che ciascuno di loro è uno strumento, e che, suonando insieme, si può arrivare a creare un’armonia. Il materiale raccolto grazie alle scuole è già stato suddiviso e distribuito tra le associazioni che ne avevano necessità”.

“Il 5 e 6 aprile sono le due giornate in cui coroniamo il lavoro svolto durante tutto l’anno – è il commento di Mimmo Azzone, volontario storico e vicepresidente del Campo Lavoro -. Dal 2023, inoltre, abbiamo avuto la fortuna di iniziare a visitare le missioni in cui siamo presenti. Siamo stati a Mutoko, poi in Etiopia. Ci siamo resi conto di come il Campo Lavoro sia davvero diventato un ponte per avvicinarci ai nostri missionari, e più in generale a chi è in difficoltà nel mondo. Dall’essere dei semplici ‘rottamai’ siamo passati a divulgare uno stile di vita, il cui monito principale è di prestare attenzione agli oggetti che possediamo, perché molti di questi possono andare incontro a una seconda vita”.

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Come contribuire al Campo Lavoro 

Il Campo Lavoro raccoglie indumenti in buono stato, calzature, libri, biancheria, giocattoli, biciclette, elettrodomestici, oggetti per la casa, metalli e carta. Gli abiti e le calzature vanno riposti all’interno dei sacchi appositi, oppure all’interno di scatoloni, previa differenziazione per tipologia. Per giocattoli, oggetti per la casa e piccoli elettrodomestici, invece, è richiesta la preparazione di scatoloni a parte. Il materiale da devolvere va poi portato presso i centri di raccolta distribuiti nel Riminese. Il ritiro a domicilio, invece, è disponibile solo su chiamata, e solo per materiali o oggetti ingombranti.

Gli oggetti raccolti, poi, vengono presi in carico dai volontari e da lì smistati in base alle necessità. Alcuni vengono differenziati, altri rientrano in circolo grazie ai mercatini di vintage e dell’usato che si tengono lungo tutto l’arco dell’anno, altri ancora vengono consegnati alle associazioni o rivenduti alle aziende. Il ricavato di questo lavoro, frutto dell’operato di oltre 2mila volontari, viene poi impiegato per sostenere le missioni nel mondo. 

Diventare missionario, conclude Mimmo Azzone, è invece di gran lunga più semplice. “Chiunque abbia il desiderio di dare una mano è il ben accetto – spiega -. Non importa quanto tempo si abbia a disposizione. Si può scegliere di aiutare per una singola ora, per una giornata, per settimane o per mesi. Il bello di questo progetto è che, a differenza del passato, dura tutto l’anno. Se lo si desidera, c’è sempre modo di dare il proprio contributo. Basta presentarsi ai centri di raccolta”. “Il Campo Lavoro dà anche molta responsabilità ai nostri giovani – chiosa Don Giampaolo Rocchi, referente Missio per il Campo Lavoro diocesano -. Sono loro ad animare i vari mercatini locali, e lo fanno con spirito di solidarietà, ma anche con la voglia di divertirsi, crescere e maturare”.


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