Economia

11 miliardi in versamenti, aliquote e calcoli pratici

Ultimi giorni per il saldo Imu. Entro martedì prossimo, 16 dicembre, saranno chiamati all’ultimo versamento circa 25 milioni di immobili che a giugno hanno già pagato l’anticipo. Alla cassa non andranno le abitazioni principali (a eccezione delle case di lusso, in categoria A/1, A/8 e A/9), ma tutte le altre tipologie di immobili.

Quindi, soprattutto le seconde case (circa 5,8 milioni) e quelle in affitto (altri 3,6 milioni) o in comodato gratuito (poco più di 700mila). Ma nell’elenco vanno considerati anche altri immobili, come i negozi, gli uffici, gli studi e i capannoni, con aliquote variabili da Comune a Comune anche se, sempre più spesso (soprattutto nei grandi centri), tutte allineate ai massimi consentiti per legge.

Il calcolo del saldo

Dal punto di vista pratico, il calcolo del saldo è piuttosto semplice: andrà versata una somma identica a quella già pagata a giugno, a meno che nel frattempo non ci siano state variazioni di aliquota. Quindi, a livello complessivo, se la prima rata valeva 11 miliardi circa, il saldo ne porterà altri 11 nelle casse di Comuni e Stato. I primi incasseranno circa 18 miliardi di euro, la parte nettamente prevalente delle entrate legate all’imposta, mentre allo Stato andranno le entrate collegate agli immobili produttivi e terziari in categoria D. Il loro gettito pesa poco meno di 4 miliardi di euro.

Nel gioco dei conteggi pesano diversi fattori, ad esempio se l’immobile è vuoto o affittato. In alcuni casi, infatti, l’aliquota comunale cambia a seconda dell’utilizzo dell’immobile e quella massima si spinge fino all’1,14 per cento. In generale, comunque, le variabili che incidono sul calcolo dell’imposta sono due: la rendita catastale e l’aliquota comunale. La rendita, nel caso di abitazioni, dovrà quindi essere rivalutata e moltiplicata per il coefficiente di rivalutazione (rendita x 1,05 x 160). Su questo importo (che corrisponde al valore catastale) va applicata l’aliquota comunale. Ipotizzando un’aliquota dell’1,06% e una rendita di 800 euro, il risultato è 1.424,64; da sottolineare che, in questo esempio, il valore catastale andrà moltiplicato per 0,0106, che corrisponde all’aliquota. Questo importo andrà diviso per due (712,32 euro): metà all’anticipo e metà al saldo di dicembre.

Guardando ai fattori di questo calcolo, è piuttosto raro che nel tempo cambi la rendita catastale: il caso principale di aggiornamento (non molto frequente) è l’aggiunta di un vano o anche una ristrutturazione molto incisiva (come quelle agevolate con il superbonus e oggetto recentemente di verifiche delle Entrate). Più facile, invece, che ci siano variazioni sull’aliquota ma, anche in questo caso, accade che spesso queste, come detto, siano già ai massimi.


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