11 giorni per salvare il governo
Undici giorni per arrivare a una svolta: François Bayrou, il premier francese che ha annunciato lunedì l’intenzione di sfidare il Parlamento con un voto di fiducia sul suo governo e sulla sua politica di sacrifici per rientrare dal sovraindebitamento, non molla. Per ora non ci sono spiragli, dall’estrema destra all’estrema sinistra, ma anche fra i socialisti, la parola d’ordine è “no alla fiducia”.
Ma secondo lo stesso premier, “il tema del debito comincia a farsi strada nell’opinione pubblica”. E Le Monde, in un articolo, svela quelle che appaiono come trame o disegni di una parte della gauche per proporsi come alternativa accettabile nella guida di un governo dopo la bocciatura di quello attuale. La giornata ha ruotato attorno al tradizionale appuntamento davanti ad una platea di imprenditori, organizzato dal Medef, la Confindustria francese.
L’ottimisto del premier
Prima di Bayrou ha parlato Eric Lombard, il ministro dell’Economia, con toni piuttosto ottimisti: “Vareremo la finanziaria entro i termini”, “non credo alla crisi finanziaria” alcune delle sue affermazioni salutate da applausi.
Poi il premier ha affrontato la platea prima del dibattito fra i suoi oppositori. “Sono convinto che il tema del debito comincia a farsi strada nelle menti di molti dei nostri connazionali”, ha detto Bayrou, aggiungendo la sua certezza che “tutto può cambiare nei prossimi 11 giorni, a condizione che ci si impegni, a condizione di non aver paura di niente”. È tornato, per smorzare le polemiche, su alcune sue dichiarazioni di ieri: non ha incontrato i leader dei partiti in estate per parlare loro delle sue intenzioni di ricorrere a questo voto di fiducia in quanto erano “tutti in vacanza, come è normale che sia”.
Opposizioni contro
Poi, il primo ministro ha insistito sul tasto della “giustizia sociale”, che non soltanto è un “imperativo” ma anche una “condizione” affinché sia “accettato” dai francesi di impegnarsi nello “sforzo di risparmiare” previsto dal suo piano di tagli al bilancio. Secondo Bayrou, in primo piano nel suo progetto c’è un “contributo dei più favoriti”, secondo la “giusta misura delle loro capacità”, sempre “considerando l’investimento produttivo come un tesoro nazionale”.
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