Umbria

10 mesi e 2.800 euro


“Avete sequestrato mio figlio, pezzi di m…, vi ammazzo tutti quanti”. Frasi che un padre infuriato avrebbe rivolto nei confronti di tre controllori di BusItalia e che hanno portato alla condanna a 10 mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali e al risarcimento di quasi tremila euro a favore dell’azienda di trasporto e dei tre controllori.

L’imputato, un 58enne di Bastia Umbra difeso dall’avvocato Monia Falaschi, era accusato (in concorso con la moglie, difesa dall’avvocato Donatella Panzarola, che è sta assolta), di avere usato “violenza e minaccia” nei confronti di tre “verificatori/controllori dei biglietti/abbonamenti per conto dell’azienda pubblica di trasporti Busitalia e quindi incaricati di un pubblico servizio, per opporsi ai medesimi mentre stavano contestando una contravvenzione al figlio minore” che era stato “sorpreso a bordo dell’autobus senza il prescritto titolo di viaggio”.

Secondo l’accusa la coppia dopo essere “salita sul mezzo”, con fare “minaccioso” avrebbe aggredito i controllori, costituiti parte civile tramite l’avvocato Valeria Passeri, e gridato “avete sequestrato mio figlio, avete sequestrato un minore, pezzi di m…, vi ammazzo tutti, a te str… ti gonfio”, al contempo “sbracciando e tentando di far scendere il minore, colpendo i controllori, sputando contro gli stessi.

Uno dei controllori, secondo l’accusa, sarebbe stato colpito con una violenta manata al petto, con una prognosi di guarigioni fissata in tre giorni dai medici del Pronto soccorso. Caduta, invece, l’accusa di interruzione di pubblico servizio.

Al termine del processo il giudice ha condannato l’uomo a 10 mesi di reclusione e al pagamento di 1.000 euro a favore di BusItalia, 500 a testa per due controllori e 800 per il verificatore che aveva ricevuto il colpo al petto. L’imputato è stato condannato anche al pagamento delle spese di costituzione di parte civile.


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