10: Full immersion nei suoni disco-funk 70/80 :: Le Recensioni di OndaRock
Non si arresta l’iperprolificità dei Sault, il collettivo londinese ormai non più troppo misterioso, visto che sono stati palesati (o riconosciuti) alcuni collaboratori abituali. Per “10”, che in realtà è il dodicesimo album della formazione, oltre al producer Inflo, che si occupa anche di chitarre, synth e basi, c’è l’immancabile voce avvolgente di Cleo Sol, che in qualche occasione lascia alcune parti vocali a Chronixx.
La vera novità questa volta risiede nella presenza del basso corposo e pulsante di Pino Palladino, ma, pur mettendoci i nomi, quello dei Sault rimane un progetto nel quale l’ego dei singoli musicisti risulta azzerato in virtù di un obiettivo e di una visione comune: una band senza star, senza volti ufficiali da sbandierare. Il loro oscillare per ciascun album fra diversi stili e concept li conduce questa volta verso un mood fortemente ancorato ai suoni disco–funk di matrice 70/80, in particolare ai lavori di Quincy Jones, uno dei produttori che più ha contribuito a costruire l’estetica sonora del periodo.
Tutto è delineato in maniera precisa e inequivocabile a partire dalle tracce gemelle “T.H.” (che sta per “The Healing”, ogni titolo in questo album rappresenta un acronimo) e “S.O.T.H.” (che sta per “Sounds Of The Healing”), poste alle due estremità della tracklist, che ricordano molto da vicino “Don’t Stop ‘Til You Get Enough”, superhit di Michael Jackson contenuta in “Off The Wall”, 1979, evergreen prodotto, per l’appunto, da Quincy Jones. Come del resto “R.L.” (acronimo di “Real Love”) pare costruita sulla falsariga di “Rock With You”, e parliamo ovviamente di un altro classico di Michael.
“10” è un lavoro molto ritmato e di grande raffinatezza, nel quale funk, soul e r&b si rincorrono in continuazione, generando sia groove contagiosi (“W.A.L.” = “We Are Living”), in alcuni casi decisamente afrocentrici (“P”, “H.T.T.R.”, ricchissima dal punto di vista delle percussioni), sia tracce sexy ed avvolgenti, come nel caso di “L.U.” e dell’unica vera ballad dell’album, “S.I.T.L.”, altra strizzatina d’occhio al tipico mood di fine anni Settanta.
24/08/2025